una storia, una notizia, o qualunque cosa valga la pena di essere raccontata



lunedì 22 giugno 2015

La Regina Sophia e la Republica Libera de la Boca



ARRIVO' UNA NAVE E NACQUE IL BOCA JUNIORS


Senza Drottling Sophia, la "regina Sophia", tutto ciò non sarebbe accaduto. Arrivò nel bel mezzo di una discussione. Immaginate la scena: cinque ragazzi, una palla di cartone pressato, il fiume lercio che scorre a fianco e una questione di vita o di morte a incendiare le parole. Era l'autunno australe del 1905: si doveva decidere quali colori avrebbe adottato la più grande squadra di calcio del Sudamerica, dopo la morte per consunzione di una muta di maglie a strisce verticali bianche e nere. Giovanni Juan Brichetto di mestiere azionava il faro d'ingresso delle navi nel porto di Buenos Aires. Si chiamavano ancora bastimenti; trasportavano legnami e profumi di luoghi irraggiungibili. Brichetto, che era figlio di genovesi, ebbe l'idea: "Andiamo al molo e vediamo la prima nave che passa". Fu Sophia a incedere lenta e regale attraverso la bocca del fiume. A poppa, sventolava un vessillo giallo e blu, la bandiera svedese. La discussione si placò. Quelli sarebbero stati i colori del Boca Juniors.



"La Republica Libera de la Boca"

I tifosi del Boca si fanno chiamare xeneises perché il genovese fu per anni la lingua ufficiale del quartiere.Attenzione: "lingua" e non dialetto. Dal 1880 al 1930, la Boca era il porto e dunque l'approdo degli emigranti europei, gran parte di essi genovesi. Destinati all'area peggiore della città e costretti a vivere in condizioni impossibili, nel 1882 gli "xeneises" scatenarono una rivolta issando al porto la bandiera di Genova (la croce rossa di San Giorgio in campo bianco). La Local Sociedad Italiana, un centro culturale di emigranti e di chiaro stampo comunista, annunciò la secessione proclamando "La Republica Libera de la Boca". Fu il presidente argentino Juan Roca a strappare dal pennone il vessillo e a ristabilire l' ordine, accettando in parte le richieste degli xeneises.

lunedì 15 giugno 2015

FANTACALCIO MATARARAGIONE2014-2015/PREMIAZIONE/RIST. DA GIGHETTO/FOTO







FANTACALCIO MATARARAGIONE 2014/2015


VERDETTI FINALI:


1°CLASSIFICATA:
SCIAMARRESE DI MARCO PALADINO


ULTIMA CLASSIFICATA E VINCITRICE CUCCHIARELLA DI LEGNO:
LIVERPOLLIO DI G.POLLIO


VINCITRICE CHAMPIONS RED LION:
RAYO FRANCESCANO DI MARESCA GIUSEPPE (F.MASSA PRESIDENTE ONORARIO)


VINCITRICE SUPERCOPPA MATARARAGIONE:
SCIAMARRESE DI MARCO PALADINO






pt.g.v.n.p.tot.
1Sciamarrese6036161282559,00
2olimpyque sciamarrata56361511102499,00
3Mag1c0 Patonza5436159122569,00
411 Cobra5336121772464,00
5realseggiata4836146162515,50
6Rayo Francescano47361211132535,50
7SQUADRONE CAMMAROTA46361016102495,50
8SCARSENAL4436128162448,50
9Stoke-on-Vallecas4036913142386,50
10FC 2su2 Liverpollio35


NB: LE ULTIME 3 CLASSIFICATE OFFRONO IL DOLCE AGLI ALTRI PRESIDENTI DI LEGA






E' FATTA..E' SERIE B...







E' FATTA

FINALMENTE

E' SERIE B!!!!



FORZA FOLGORE MASSA








pe' 'na penna d'auciello grifone.. La Leggenda dei due fratelli di Vietri


pe' 'na penna d'auciello grifone.. La Leggenda dei due fratelli di Vietri


 La storia nasce da un antico canto narrativo raccolto, negli anni settanta, alla Marina di Vietri sul Mare, dai Cantori popolari Cavoti, diretti da Anna Maria Morgera. A questo canto è legata la leggenda della formazione dei Faraglioni (o Due Fratelli), su tale preziosa traccia è stata elaborata la storia, poi sceneggiata per il teatro:
__________________________________________________
C'era un vecchio possidente che aveva due figli, un giorno si ammalò e a nulla valsero le cure dei medici, per cui si rivolsero a maghi e fattucchiere, nulla da fare! Una vecchia magara, disse che il vecchio si sarebbe salvato, soltanto se avesse potuto avere, la magica piuma di un uccello grifone.
Il vecchio chiamò i due figli e promise a chi dei due avesse trovato la penna, tutti i suoi averi. I due giovani non avevano la stessa indole, infatti, il maggiore era malvagio, avido e scioperato, il minore mite, generoso, lavoratore. Partirono con la benedizione dei genitori alla ricerca del mitico uccello, girarono tutto il mondo, ognuno per la propria strada, entrambi si trovarono, infine, nello stesso luogo. Giunto presso un bosco il fratello buono, stanco e avvilito si addormentò, durante la notte gli apparve l'uccello. Il giovane ne fu spaventato, poi, rassicuratosi, intraprese un significativo dialogo con l'uccello. L'uccello, che in realtà non era altro che una “fata” o, se sipreferisce la “fantasia”, compreso che il giovane era di buon cuore, si lasciò strappare la piuma. Intanto, il fratello maggiore aveva assistito alla scena, nascosto dietro un albero e, quando il ragazzo si addormentò, cercò di derubarlo della piuma. Il giovane si svegliò e tentò di difendersi, ma quando comprese che era il fratello lo accolse con gioia, invitandolo a tornare insieme a casa e dividere i beni paterni, da buoni cristiani, pensando innanzitutto a guarire il vecchio genitore. Il fratello cattivo, avido ed egoista, non perse tempo a manifestargli le proprie intenzioni e fece per strappargli la piuma e, poiché il buon giovane si difese, lo uccise. Seppellì il cadavere in un fosso e tornò a casa. I genitori lo accolsero con gioia, il vecchio guarì e mantenne la promessa, per cui il malvagio assassino divenne padrone di ogni avere. Passarono gli anni, ma il vecchio non si rassegnava alla perdita del figlio, lo aspettava sempre, rifiutandosi di pensare che potesse essere morto. Ora accadde che un giorno un capraio, che pascolava il gregge nel luogo del delitto, trovò un osso e, secondo l'antica consuetudine di fare flauti con lo stinco di capra, certo che l'osso fosse di una capra o agnello, si fece un bellissimo flauto e cominciò a suonare, ma appena lo portò alla bocca, il flauto prese a cantare da solo la triste nenia. Il pastorello pensò si trattasse di una fortunata magia, che avrebbe potuto cambiare la sua misera condizione, lasciò il gregge e se ne andò per le piazze e i mercati a mostrare, il magico strumento. Gira gira, giunse nel paese del defunto, la gente si raccolse intorno a lui e ascoltò la melodia. Il vecchio incuriosito, volle provare a suonare lui stesso, appena portò il flauto alla bocca, il flauto cominciò a cantare:
Papà ca `mbocca me tiene,
tieneme astrinto e nun me lassà,
pe' `na penna d'auciello grifone,
fratemo è stato `nu traditore,
m'ha acciso e m'ha scannato,
e dint' `a `nu fuosso m'ha menato.
Il vecchio cominciò a capire intanto giunse la madre e anche lei volle suonare e il flauto riprese:
Mammà ca `mbraccio me tiene,
tieneme astrinto e nun me lassà,
pe' `na penna d'auciello grifone,
fratemo è stato `nu traditore,
m' ha acciso e m'ha scannato,
e dint' `a `nu fuosso m'ha menato.

I due poveri genitori ebbero uno schianto al cuore, intanto arrivò il fratello malvagio. Impaurito e vistosi scoperto afferrò il flauto e fece per spezzarlo, ma lo strumento iniziò a cantare ancora come impazzito:
Fratiello, ca mano me tiene,
tieneme astrinto e nun me lassà,
pe' `na penna d'auciello grifone,
tu si stato `nu traditore,
m'he acciso e m'he scannato
e dint' `a `nu fuosso m' he menato.


L'accusa fu palese, fu chiamato il sindaco e fatto un processo sulla piazza del mercato. L'assassino fu condannato ad essere rinchiuso in una botte di pece e precipitato in mare dalla rupe, che sovrasta la scogliera della Marina. Quando la botte con l'assassino toccò le onde, il mare per l'orrore si ritrasse e, nel luogo dove cadde, si elevarono, come per incanto, i due faraglioni. I due scogli sono ancora lì, uno è sempre ricoperto di erba e piccole piante ed è il buon figliolo, l'altro, invece è brullo e scosceso ed è il cattivo fratello. Oggi i due scogli sono in grave pericolo a causa dei raccoglitori di datteri di mare che ne hanno compromesso la stabilità, , all'uopo è nata una associazione che, insieme a “Mare vivo” sta cercando di salvare i faraglioni.
La favola si tramanda da circa quattrocento anni, ma si incontra in tutta la favolistica universale, dove il conflitto fra bene e male e il richiamo a Caino e Abele è frequente. Gli insegnamenti morali si riassumono brevemente in tre punti: il senso della famiglia, l'amore e il rispetto per i genitori, il conflitto fra bene e male con il trionfo del bene sul male e della vita sulla morte. Come leggenda popolare il messaggio più importante riguarda la salvaguardia del patrimonio paesaggistico, naturale e culturale del territorio, il rispetto per la natura, nel caso specifico la salvaguardia del mare e delle coste, il recupero del patrimonio popolare ricco di storie, leggende, canti, linguaggi che rischiano di essere dimenticati e perduti.
********
Pate bello ca 'mmano me tiene
tieneme astritto e nun me lassa',
ca pe' 'na penna d'auciello grifone
fratemo è stato nu traditore....
E m'ha acciso e m'ha ammazzato,
dint' a nu fuosso m'ha menato.
Frate bello ca 'mmano me tiene
tieneme astritto e nun me lassa',
ca pe' 'na penna d'auciello grifone
fratemo è stato nu traditore....

E m'ha acciso e m'ha ammazzato,
dint' a nu fuosso m'ha menato.
Mamma bella ca 'mmano me tiene
tieneme astritto e nun me lassa',
ca pe' 'na penna d'auciello grifone
fratemo è stato nu traditore....
E m'ha acciso e m'ha ammazzato,
dint' a nu fuosso m'ha menato.
Frate 'nfame che 'mmano me tiene
tieneme astritto, nun me lassa',
ca pe' 'na penna d'auciello grifone
tu si' stato nu traditore....
E m'he acciso e m'he scannato,
dint'a nu fuosso m'he menato.
FONTE E TESTI: http://www.icavoti.it





L'Auciello Grifone - La fiaba popolare:


"Nci steva 'na vota 'no Re, chi teneva tre figli. 'Sto Re cadìvo malato co' l'uocchi; e mannàvo a chiamà i primi miedici d''o munno pe' ssi fa' sanà; e nisciuno nci potìvo. Finalmente chiamavo 'no segretista. E chisto li dicìvo ca nci voleva 'na penna de l'auciello grifone; e ca 'st'auciello steva dinto a 'no deserto. Quanno ss'ancappàva e li tiravano 'na penna, tanno isso steva buono; pecchè co' chella penna ssi faceva 'na polvere; e chella polvere ssi metteva dinto 'a l'acqua, e po' ssi lavava l'uocchi. 'O padre ssi chiamavo i tre figli, e li dicivo:
- Sentiti, figli mmii. Pe' mmi sanà, nci vo' 'na penna de l'auciello grifone; chi de vui tre mm''a porta, io li davo 'o trono e 'a corona.
I figli ssi mettèttero 'ncammino. Quanno fu a metà d' 'a via, ssi spartèro. 'O primo sse ne jìvo pe' 'na via, 'o secondo pe' 'n'auta, e 'o terzo pe 'n'auta ancora. A 'o cchiù piccirìllo li comparìvo 'no vecchiariello e li dicivo.
- Bello figlio, tèccoti 'sto granodìnio; quanno arrivi dinto a chillo deserto, mena 'sto granodinio 'nterra. Mente l'auciello ss' 'o mangia, tu li tiri 'na penna e te ne scappi.
Chisto accossì fece. Ssi pigliavo 'a penna e sse ne steva tornànno, quanno 'ncontràvo i frati, chi l'addommannàro:
- Avìssi trovato 'a penna?
E isso risponnìvo ca sì. Chisti, pe 'nvidia ca l'urdimo frate ss'aveva piglià 'o trono e 'a corona, li levàro 'a penna e l'accidéttero e 'o 'nfossàro sotto 'a 'no pède 'e péra.
Loro jettero add' 'o padre e li portàro 'a penna. 'O padre, tutto contento, dìvo a 'o primo figlio 'o trono e 'a corona. Ma po' steva 'mpenziero ca l'urdimo figlio no' venéva; e finalmente, doppo tanto, ssi persuadìvo ca era muorto, pecchè i figli l'avevano ditto ca no' l'avévono visto cchiù da che erano partùti.
'No juorno, 'no pecoraro, mente pasceva 'e pecore sotto a chill'albero, addo' steva 'o muorto, vedìvo ca 'o cane scavavo e trovavo 'n'uosso. 'O pecoraro, appena 'o vedìvo, dicìvo:
- Che bello fiscariéllo!
Lo mettivo 'mmocca e voleva sonà, mente sentivo 'na voce, chi ascéva 'a dinto 'o fiscariello, schi diceva:
Pecoraro, chi 'mmocca 'mmi tieni,tienimi astrìnto e no' mmi lascià!
pe' 'na penna d'auciello grifone,fràtemo fui lo traditore.
'Sto pecoraro remanìvo maravigliato; e sapènno 'sto fatto d' 'o Re, sse ne jìvo sott''a 'o palazzo reale, e accominciàvo a sonà. I servetùri accominciàro a capì 'na cosa, e subbito 'o dicèro a 'o Re. 'O Re 'o fece saglie 'ncoppa, e volìvo sonà proprio isso. E l'uosso cantava:
Caro padre, chi 'mmocca mmi tieni,tienimi astrinto e no' mmi lascià!
Pe' 'na penna d'auciello grifone,fràtemo fui lo traditore!
castiga lo primo, e l'ùrdimo perdona.
'O padre, quanno sentivo 'sta nova, pigliavo i figli, 'e fece arde dinto a 'na votte 'e pece e 'e fece menà a mare. 'O pecoraro, ss' 'o tenivo pe' figlio e li divo 'o trono e 'a corona.
Felici e cutoliàti,nui stamo qua assettàti."








giovedì 11 giugno 2015

BENVENUTO MISTER SARRI

Photo published for Napoli, c'è anche l'annuncio ufficiale: Sarri è il nuovo allenatore



Gli scienziati andassero a preparare le tesi per il Nobel, o a tenere conferenze alla Bocconi ad una squadra di calcio occorrono i bravi allenatori. Quelli semplici, genuini e concreti.
E Sarri ha dimostrato di esserlo.

Io sono contento, benvenuto Mister.



(ZzZ)

Giancarlo e Peppino: I loro volti nel cuore



C' è stato un tempo in cui per me i veri rivoluzionari erano Zapata e Cheguevara,
poi crescendo ho capito che i veri rivoluzionari sono quelli che al posto del fucile usano una penna e sparano parole.Che scelgono di stare dalla parte giusta in paesi dove sarebbe piu' semplice stare dall' altra parte della barricata. E difendono questa scelta fino a pagarla con la VITA.
Ecco perchè oggi nel cuore ho scelto di tatuarmi i volti di Peppino Impastato e Giancarlo Siani.
Per portarli con me. Ovunque vada.

(zZz)

venerdì 5 giugno 2015

PROPOSTE PER SORRENTO, RACCOGLITORE DI IDEE PER MIGLIORARE LA CITTA'



"Non chiedete che cosa il vostro paese può fare per voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro paese."

Ecco quando i consigli sono buoni consigli bisogna ascoltarli.
E forse è giunto il momento che anche noi diventiamo consapevoli del nostro ruolo e diventiamo parte attiva della nostra città.
Questo spazio vuole essere un raccoglitore di idee, le NOSTRE idee per MIGLIORARE SORRENTO.
Senza polemiche, senza attacchi, senza denunce e offese ma solo con un arma costruttiva ed efficace che si chiama : PROPOSTA.
Non piu' solo elettori ma cittadini attivi di una delle terre piu' belle del mondo.


propostepersorrento@gmail.com

LA MOTONAVE SURRIENTO, LA NAVE DELLE SPOSE


MOTONAVE SURRIENTO, DAL DIARIO DEL MARINAIO Vittorio Iovino


Questa motonave fu costruita nel 1946 per la compagnia nordamericana Grace Line che la chiamò Santa Maria. Nel 1949 venne acquistata dalla Flotta Lauro e trasformata nel transatlantico Surriento. Aveva due fumaioli, 15.350 tonnellate di stazza e navigava sulla rotta Italia-Australia.

Anni dopo la Surriento fu rimodernata e ristrutturata (perse un fumaiolo) riuscendo, così, a raggiungere la velocità di quasi 20 nodi. Sulla motonave ho effettuato diversi viaggi in Australia per il trasporto degli emigranti. Il viaggio era lunghissimo e faticoso; a bordo non c’era l’aria condizionata e la sofferenza per il caldo tropicale era sia per i passeggeri e sia per l’equipaggio, specialmente noi destinati in sala macchina. Sempre con la Surriento sono andato più di quaranta volte in Venezuela, questa volta la nave aveva un impianto di condizionamento. Mi ricordo che una volta, in Atlantico, abbiamo speronato un grosso capidoglio che rimase per diverse ore incastrato nel dritto di prora. Solo dopo alcune manovre riuscimmo a liberarci ed a liberarlo. 

CURIOSITA':

LA MOTONAVE SURRIENTO ERA DETTA ANCHE LA NAVE DELLE SPOSE PERCHE' PORTAVA IN AUSTRALIA DECINE DI RAGAZZE MARITATESI PER PROCURA.

-FONTE: ACHILLE LAURO IL COMANDANTE TRADITO di CORRADO FERLAINO



giovedì 4 giugno 2015

Podemos, quando si parla al cuore la mano ti vota. Senza timore.



Quando a Gennaio sono stato a Madrid, la stampa locale sbeffeggiava i militanti di Podemos, descrivendoli come un manipolo di nullafacenti e visionari che avrebbero raccolto solo le simpatie di qualche ex 68° e di qualche giovanotto in vena di contestazioni. Specialmente nella capitale ancora impregnata di franchismo. Tuttavia, ovunque mi girassi da Porta del Sol al mercato generale vedevo gli iscritti di Podemos parlare ed interagire con la gente. Spiegando con sorrisi e cortesia la loro idea di cambiamento. Ricordo che un distinto signore disse: " Ho sempre votato per il partito socialista, ma questi ragazzi mi piacciono, con i loro modi di fare, scanzonati e allegri,annullano la distanza che si e' creata tra il Popolo e la Politica."


Ecco perché oggi la loro affermazione in Spagna non mi ha meravigliato.
Quando si parla al cuore la mano ti vota. Senza timore.

(ZZz)

ZANZAPENSIERI SPARSI

Se per una Cerasa si scatenano queste trubbee sono seriamente preoccupato per quando sara' il tempo dei Meloni #trubbeadellecerase #napoli

" Fossi nel Tanganika e venissi a sapere che il Napoli ha vinto lo scudetto farei carte false per tornare."
Petisso, io ci conto.
Quel giorno non dimenticarti il cappotto e le sigarette.



Gli allenatori che rimangono nella storia e nel cuore del Napoli sono in ordine: Vinicio, Pesaola,Bianchi( grazie a Santa Maradona) Novellino, e Reja.

Gli altri sono solo un contorno.
Alcuni riusciti meglio (Mazzarri, Benitez), altri meno.
Ma sempre contorni.


Siviglia e' una città piena di piazze e di fontane.
E con tanti balconi.
Sono contento che hanno vinto loro.
I caroselli verranno sicuramente meglio che in Ucraina.



Ho piu' timbri io sulla tessera elettorale che la signora Pina su quella del supermercato.
E di questo ne sono orgoglioso.


Fossi una Scheda non mi farei spogliare così, davanti a tanta gente poi.
M' mettesse scuorn.

Una volta alzai la cornetta. Così, solo per scherzo.
Oggi, mi chiedo:Chissà se mi starà ancora aspettando?
Certo che con Mondial Casa non feci bella figura, ma ero giovane.


(zZz)

IO IN MEZZO A TANTI TROPPO....


Alle elementari per le maestre ero un tipo troppo bonaccione. Alle medie per gli insegnanti ero un tipo troppo silenzioso . Alle superiori per i professori ero un tipo troppo vivace. Da grande per gli altri sono stato a turno: un tipo troppo fesso, troppo sfaticato, troppo generoso, troppo permaloso, troppo irascibile, troppo gentile, troppo ansioso,troppo imbranato, troppo scapocchione, troppo musone ,troppo di sinistra, troppo poco di sinistra, troppo lunatico, troppo calmo, troppo premuroso, troppo affettuoso, troppo poco affettuoso, troppo distratto,troppo amichevole.

Nessuno ha mai capito che in mezzo a tutti questi troppo io sono rimasto sempre me stesso.
Con i miei limiti e la mia forza.

(ZzZ)

SORRENTO,CARA SINISTRA TI SCRIVO...

Non me ne frega a me della storia del clientelismo e cose simili. Non piangiamoci addosso, e non cerchiamo parafulmini inutili. A sinistra si e' perso perché abbiamo fatto schifo.Dirigenti e simpatizzanti, tutti colpevoli, nessuno assolto.Noi siamo completamente assenti ed estranei alla quotidianità. Sordi e ciechi davanti alle richieste della gente. Supponenti e presuntuosi viviamo perennemente nell' ottusa convinzione che Noi siamo nel giusto e gli altri nel torto.Cerchiamo sempre qualcosa che debba stare più' a sinistra della sinistra. E anche quando pensiamo di averla trovata ci rendiamo conto che non e' troppo a sinistra. Mimmo se vogliamo cambiare le cose ci dobbiamo dare da fare. Basta con questa ricerca del Sacro Graal.

Diventiamo piu' umili. Scendiamo dal piedistallo delle nostre utopie e torniamo sulla terra a sporcarci le mani. Anche nella merda se necessario.

(ZzZ)

NAPOLI, LA LEGGENDA DELLA MOSCA D' ORO DI VIRGILIO

NAPOLI, LA LEGGENDA DELLA MOSCA D' ORO DI VIRGILIO

                                                       

Parthenope era molestata da una grande quantità di mosche, mosche che si moltiplicavano in così grande numero e davano tanto fastidio, da farne fuggire i tranquilli e felici abitatori. Virgilio, per rimediare a così grave sconcio, fece fare una mosca d’oro, qualmente prescrisse – e dopo fatta, le insufflò, con parole, la vita: la quale mosca d’oro se ne andava volando, di qui e di là, ed ogni mosca vera che incontrava, faceva morire. (…)



(..) LA MOSCA D' ORO era grande quanto una rana. Fu collocata nella zona di Porta Campana ( poi detta Porta Capuana) a presidiare i confini orientali della città, i limiti oltre ai quali stagnavano le vaste distese di acque mefitiche delle paludi da cui provenivano vari insetti, serpenti e ogni sorta di germi infettivi. Il talismano doveva tenere lontane le zanzare e in particolare le mosche che appestavano l' aria di Napoli: ve ne erano di una tale abbondanza che "quasi generavano mortalità".

La mosca portentosa fu forgiata da VIRGILIO con il metallo solare estratto dalle viscere della terra sulle quali ha il dominio Plutone.

Primo fra tutti a raccontare questo prodigio fu Giovanni di Salisbury nel Polycraticus (1159). Il vescovo inglese, di origine sassoni, introduceva così la storia del talismano:

" Si dice che il poeta mantovano interrogò Marcello mentre era intento a fare strage di volatili. Gli domandò se preferisse che fosse fatto un uccello col quale si acchiappassero tutti gli uccelli, o una mosca che sterminasse tutte le mosche. Dato che Marcello ne aveva parlato con Augusto, per suo consiglio scelse che fosse forgiata una mosca per scacciare da Napoli le mosche, e liberare la città da questa piaga. E il desiderio fu compiuto; dal che si deduce che al proprio piacere è da preferire l'utile dei più".
La leggenda popolare, infatti, considerava Virgilio ministro della città, e il nipote di Ottaviano Augusto, Marco Claudio Marcello, il suo governatore. 

fonte:
Misteri, segreti e storie insolite di Napoli. Gli enigmi più seducenti di una città dai molti volti

di Agnese Palumbo - Maurizio Ponticello
pubblicato da Newton Compton