una storia, una notizia, o qualunque cosa valga la pena di essere raccontata



mercoledì 21 ottobre 2015

PRESERVARE E NON RESTAURARE

Io sono distante da quelli che vogliono rottamare, non riesco a star dietro a chi intende rinnovare, e non comprendo chi pensa di restaurare.
Per me la forma d'amore più grande per la propria terra e verso se stessi e gli altri è: preservare.
Preservare ciò che ci circonda dai "falsi miti" del progresso, preservare gli affetti così come l'amicizia dalle incomprensioni e dalle malelingue, preservare l'allegria dagli attacchi di malumore, preservare gli ideali dall' arrivismo, preservare le diversità da coloro che costruiscono muri e divisioni.


Ecco,per me,preservare, significa essere riusciti a trovare il proprio posto nel mondo.


zZzZ

NON CREDO ALLA SOLITUDINE


Non credo alla solitudine,
di chi di notte cammina da solo e non alza lo sguardo alla luna. Credo invece, che chi non resta seduto ad ammirare il cielo è perchè ha trovato dentro di se parole e poesie piu' forti e luminose di mille stelle.E con loro non si annoia mai.

(zZz)

PADRE REGINALDO GIULIANI: IL SACERDOTE IN CAMICIA "NERA"



E pure ho sempre pensato che Padre Reginaldo Giuliani fosse un simpatico e pacioccone sacerdote di una certa età. Di quelli con la "zella" e con la pancia che celebrano la comunione solo per bersi il bicchiere di vino e che sanno farsi voler bene dai fedeli. Invece poi mi hanno detto che il buon Reginaldo era stato tra gli Arditi nella prima guerra mondiale e che poi con l'avvento del fascismo, aveva marciato su Roma fianco a fianco alle camice nere. Fino a diventare il cappellano delle truppe di Mussolini durante la guerra di Etiopia. Inoltre Reginaldo era solito esclamare a omelia ultimata "Dobbiamo vincere la guerra. Lo vuole il Duce. "

Ecco perché vorrei tanto che a Sorrento Via Padre Reginaldo Giuliani cambiasse nome.
Ce ne saranno nella nostra storia uomini valorosi e di pace a cui dedicarla....

(zZz)

L'Amicizia e' come una partita di calcio



L'Amicizia e' come una partita di calcio, ci sono : i pali, i gol a culo, gli abbracci, i falli, le rovesciate, le punizioni a due in area, i passaggi all'indietro, gli "allucchi", i batti cinque, i gol fantasma, le traverse, gli "appiccichi", le risate, le parate sotto al sette, i colpi di testa, le esultanze, le tattiche sballate, le "jastemmate", le rincorse, i salvataggi sulla linea,
le sconfitte e le vittorie.

L' unica differenza è che l'amicizia non dura soltanto 90^minuti.
La nostra ad esempio continua anche dopo il TERZO TEMPO.

Tranne quella con l'Architetto,
ovviamente....


(zZz)

DE MARTINO : IL PRIMO ULTRAS A SORRENTO.



DE MARTINO : IL PRIMO ULTRAS A SORRENTO.
Quando a Sorrento la prima squadra cittadina era la NAZARIO SAURO 1929, le partite si giocavano (come scritto in precedenza ) nella Piazza "STADIO" DI PARSANO. Le trasferte erano spesso dei derby infuocati a Vico Equense, Pimonte, Gragnano, Castellamare, Lettere, Sant'Antonio Abate, Napoli, Scafati e Amalfi.
Tra i tifosi più accesi, viene tuttora ricordato Michele De Martino titolare di una famosa pasticceria in Piazza Tasso nei locali dell' attuale Bar Syrenuse, che divenne ben presto il ritrovo di tutti i tifosi di Sorrento.
DE MARTINO è passato alla storia come inguaribile guerrafondaio da marcare stretto per evitare grane con i tifosi avversari. Egli era un pezzo d'uomo, gli bastava allargare le bracce per mandare al tappeto un paio di persone. Infatti, i sorrentini, in occasione delle partite in trasferta, si raccoglievano tutti attorno a Don Michele, sicuri di tornare a casa senza prendere "mazzate". A rischiare molto di più erano i tifosi avversari.


*IL CALCIO A SORRENTO
SETTANT'ANNI DI STORIA

di Antonino Siniscalchi e Gianni Siniscalchi

scaccialazanzara.blogspot.it

Per me i bambini devono avere le mani colorate....

ZANZAPENSIERI

Per me i bambini devono avere le mani colorate, le ginocchia sbucciate, le maglie impastocchiate, i capelli spettinati. Insomma devono avere dipinta in volto quella leggerezza che nasce dai giochi all'aria aperta. Perché è nella terra , é nel cortile sotto casa, é nella sabbia, e' nei rivi di campagna, che i bambini imparano la felicità.
Quella felicità delle piccole cose, che un giorno li renderà uomini e donne sereni e in pace con la propria anima.

(ZzZ)

venerdì 2 ottobre 2015

Sorrento: IL NAZARIO SAURO 1929 E LO "STADIO" DI PARSANO.



Sorrento: IL NAZARIO SAURO 1929 E LO "STADIO" DI PARSANO.


Il NAZARIO SAURO 1929 del "Presidente" Ugo De Angelis fu la prima vera squadra di calcio a Sorrento. Il Nazario Sauro nacque il 25 novembre del 1929. Ed era il nome dato alla locale sezione del dopolavoro, emanazione del partito fascista.

LO "STADIO" DI PARSANO
Il campo di gioco del Nazario era la pubblica piazza di Parsano, l'odierna piazza Antiche Mura.
Per poter giocare in questo "campo" il Presidente De Angelis era costretto a chiedere ogni volta l'autorizzazione al Questore di Napoli.
L'ostacolo più insidioso era la presenza "aerea"dei cavi elettrici ad alta tensione. Talvolta il Questore s' impuntava e bisognava insistere per ottenere l'autorizzazione. Ma il più tenace oppositore delle prime partite a Parsano fu don Aniello Vacca, proprietario di un giardino adiacente alla piazza stadio. Infatti quando il pallone finiva nel suo giardino, erano dolori. Per riaverlo ci voleva tutta l' arte diplomatica del Presidente Ugo De Angelis.
Il risvolto più bello della storiella, pochi potrebbero immaginarlo:
Vacca venne convertito al calcio.
Mezzi tattici della conversione furono i buoni uffici di un fratello ingegnere e, soprattutto, l'ingresso gratis a tutte le partite per Vacca e famiglia. Fino a trasformare don Aniello in uno dei più puntuali spettatori alle partite al Campo di Parsano.


Per giocare le partite, si iniziava a lavorare di buon'ora, la domenica mattina. C'erano soltanto le due porte, nient'altro. Ogni volta si doveva recintare e pulire, transenne e pagliarelle trasformavano la piazza in un "artigianale" stadio in miniatura. Gli spogliatoi, invece, erano ubicati in una vicina abitazione di via Sersale, grazie ad una famiglia disponibile a sopportare il fastidio.
Le squadre avversarie arrivavano con il Tram, salivano a piedi dal Corso Italia (all'epoca Corso Littorio)lungo via Sersale.
Le pagliarelle ostruivano la visuale dall'esterno, un dirigente faceva da cassiere, per entrare infatti bisognava munirsi di biglietto anche se si giocava in piazza. Ma il pubblico non mancava mai ed era sempre numerosa anche la presenza delle "TIFOSINE", giovani fanciulle sorrentine.
Il pallone era una rudimentale palla di cuoio tenuta assieme da un laccio mentre le casacche indossate dal Nazario erano nere o bianche, come capitava.

Fonte : Il Calcio a Sorrento Settant'anni di storia di Antonino Siniscalchi e Gianni Siniscalchi

Nelle foto : Una formazione del Nazario Sauro 1929, e un gruppo di Tifosine al Campo di Parsano.