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lunedì 13 maggio 2013

Premio Amnesty a «Gerardo Nuvola 'e povere»


Avitabile riceve il premio Amnesty
per il brano sull’ operaio morto sul lavoro

Riconoscimento a «Gerardo Nuvola 'e povere»,
duetto con Guccini

 http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it


NAPOLI – Un brano che colpisce al cuore, narrando un incidente sul lavoro che costa la vita a un operaio «terrone» in trasferta a Modena. Parliamo di «Gerardo Nuvola 'e povere» di Enzo Avitabile e Francesco Guccini, contenuto nell’album «Black tarantella» dell’artista partenopeo. Il brano è ora vincitore dell'undicesima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 da Amnesty International Italia e dall'associazione culturale «Voci per la libertà» per premiare la migliore canzone sui diritti umani pubblicata nel corso dell'anno precedente. La premiazione avrà luogo sul palco di Rosolina Mare, in provincia di Rovigo, domenica 21 luglio, nel corso della serata finale della XVI edizione di «Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty», festival che inizierà il 19 luglio.

INGIUSTIZIE E DISCRIMINAZIONI - «Ho voluto raccontare la storia di Gerardo – racconta Enzo Avitabile – un ragazzo di Maddaloni che lascia la sua terra, la sua casa, la sua famiglia per trovare inaspettatamente e prematuramente la sua fine sul lavoro. Morti bianche? Sì, anche, ma è la storia di tutti i fuori di vista, di ogni punto a svantaggio del mondo, che pur credendo nei sogni e nelle probabilità, devono fare i conti con i soprusi, le ingiustizie e le discriminazioni, di cui ogni giorno la storia del mondo ne e' testimone da sempre. Un requiem a tutti i 'nessuno' che in questo loro passaggio da uomo non hanno nome e volto: nuvole di polvere»

MONDO ESTRANEO- «La storia - ha aggiunto Francesco Guccini - l'ha ideata e proposta Enzo: è quella di un uomo del Sud costretto a lasciare la propria casa per un lavoro al Nord, in un mondo estraneo e lontano dalla propria terra. Io mi sono immedesimato in un conoscente del protagonista: il mio personaggio sapeva per certo che Gerardo era una brava persona e un valido lavoratore. Ho riflettuto su quali potessero essere i pensieri di colui che assiste alle difficoltà e al destino davvero duro di un altro uomo e, sentendo le sue traversie così vicine, ho scelto di interpretarli in modenese, la mia lingua».



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