Il 7 maggio il Comune ha rilasciato il permesso
a costruire che autorizza la costruzione di box interrati.
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NAPOLI - La difesa dell’agrumeto nel fondo «Il Gesù», a Massa Lubrense, è stata una delle ultime battaglie di Giovanni Antonetti, l’avvocato ambientalista che si è suicidato a 33 anni il 3 maggio scorso, lanciandosi dal ponte di Seiano. Chi lo ha conosciuto ricorda il suo impegno per evitare che, ad un passo dal convento di Santa Teresa edificato dal gesuita Maggio sui resti della villa di Giovanna II, fossero scavati 39 box auto. «Pensa - diceva Antonetti - che quel terreno è descritto anche da Gabriele d’Annunzio, nel “Notturno”». Aggiungeva: «Del resto, è una operazione in netto contrasto col Put». Era riuscito a suscitare un movimento di opinione vasto e trasversale. Erano scesi in campo Vincenzo Carratù, consigliere comunale di opposizione, che aveva presentato una interrogazione al sindaco Leone Gargiulo; i giovani del Pd; il Wwf con Claudio d’Esposito; l’ex senatore Raffaele Lauro; Nello Di Nardo e Antonio Palagiano, all’epoca parlamentari dell’Idv. Partito, quest’ultimo, che aveva anche presentato un esposto alla Procura di Torre Annunziata.
Il 23 marzo 2012, però, la Soprintendenza invia alla D’Esposito Costruzioni preavviso di diniego. Cambia il progetto, diminuiscono i box – se ne prevedono ora circa 40 – e l’ente ministeriale cambia opinione. Semaforo verde per i garage anche dalla Soprintendenza. Il 19 maggio 2012 i costruttori ottengono l’autorizzazione paesaggistica dall’amministrazione di Massa Lubrense. Il caso suscita clamore, tra l’altro, perché nel frattempo l’architetto Ruocco è entrato in giunta. Lui replica alle critiche ricordando che quando fu presentato il progetto, a marzo 2010, non faceva ancora parte della squadra del sindaco, in cui sarebbe entrato solo ad aprile, un mese più tardi. Garantisce, inoltre, che l’opera avrà un minimo impatto ambientale.
Ultimo atto, per ora, il rilascio del permesso a costruire. «Valuteremo nei prossimi giorni le iniziative da intraprendere», commenta il consigliere Carratù, che per bloccare le ruspe, un anno fa, aveva anche incontrato Ornaghi, all’epoca ministro per i Beni Culturali.
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