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mercoledì 19 gennaio 2011

Eugenio Bennato - Ninco Nanco


1859, muore il vecchio re Borbone

e sul trono va suo figlio, 23 anni, ancora guaglione.

E’ il momento di approfittare di questo vuoto di potere,

di quel regno in mezzo al mare difeso solo dalle sirene.

E u Banco ‘e Napoli è l’ideale per rifarsi delle spese,

per coprire il disavanzo della finanza piemontese.

E Ninco Nanco deve morire perché la storia così deve andare

e il Sud è terra di conquista e Ninco Nanco nun ce può stare,

e Ninco Nanco deve morire perché si campa potesse parlare

e si parlasse potesse dire qualcosa di meridionale.

E lo Zolfo di Sicilia e i cantieri a Castellammare

e le fabbriche della seta e Gaeta da bombardare.

E’ l’ideale che fa la guerra, una guerra dichiarata

per vedere chi la spunta tra il fucile e la tammurriata,

e tammurriata è superstizione, questa storia deve finire

e qui si fa l’Italia o si muore e Ninco Nanco deve morire.

E Ninco Nanco deve morire perché la storia così deve andare

e il Sud è terra di conquista e Ninco nun ce può stare.

E Ninco Nanco deve morire perché si campa putesse parlare

e si parlasse potesse dire qualcosa di meridionale.

E per sconfiggere il brigantaggio e inaugurare l’emigrazione

bisogna uccidere il coraggio e Ninco Nanco è meglio che muore.

Perché lui è nato zappaterra e ammazzarlo non è reato

e dopo un colpo di rivoltella l’hanno pure fotografato.

E la sua anima è già distante, ma sul suo volto resta il sorriso,

l’ultima sfida di un brigante: “Quand’è bello morire acciso”.


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