Lanciano, 3 novembre 2010 - La tessera del tifoso è un provvedimento invisibile per alcuni. Più che visibile per altri. Fai il bravo? La subisci. Sei indisciplinato? La eviti. Eppure anche in tempi come questi, quando un Ivan Bogdanov qualunque ti tiene in scacco da solo uno stadio, capita di imbattersi in tifoserie temute dalla polizia. Ma illuminate da sani principi. E meno male.
Domenica si giocava Virtus Lanciano-Cavese, partita di Lega Pro Prima Divisione. Per disposizioni prefettizie, previste le chilometriche code e gli insopprimibili problemi di ordine pubblico (alla fine 1300 spettatori scarsi per un stadio che ne può contenere 6 mila....), i lancianesi potevano acquistare il biglietto della partita entro e non oltre le 19 di sabato. Detto, fatto: i civilissimi sostenitori frentani hanno rispettato la scelta. E i cavesi? Non era possibile acquistare il biglietto online e pare che le rivendite in Campania fossero 2 o 3. Una decisione, quella del prefetto, in pratica presa per scongiurare il loro arrivo in massa a Lanciano.
Fischio d'inizio alle 14.30 di domenica. Circa 500 persone in Curva Sud a sostenere il Lanciano. Nessun cavese dall'altra parte. Fino alle 14.35, quando circa 150 ultrà campani si sono sistemati senza colpo ferire in tribuna laterale scoperta, in mezzo a semplici tifosi con famiglie al seguito. Ovviamente non potevano aver acquistato 150 biglietti tutti dello stesso settore. Ma, visto che la Curva Nord era chiusa, perché non sistemarli in mezzo agli altri spettatori?
E qui si potrebbe parlare per ore della funzione della tessera del tifoso. E della grande contraddizione: il settore ospiti vuoto per far accomodare una tifoseria organizzata in tribuna laterale?
Comunque, e questa è la notizia, gli ultrà della Cavese non hanno assolutamente creato problemi all'interno dello stadio. Pur sorvegliati da 4 steward 4 e 6 poliziotti 6, i tifosi aquilotti hanno sostenuto la loro squadra per 90 minuti senza minimamente curarsi di cosa accadesse intorno a loro. Un atteggiamento maturo, da tifoseria intelligente, che in tempi come questi deve far riflettere. Il tifo non è un virus maligno da estirpare. E' un atto di fede e un gesto di cultura. Malgrado la tessera del tifoso, che ad oggi non serve assolutamente a nulla.
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