Ad ottobre di quest'anno, è uscito nelle edicole l'albo numero 600 di un'istituzione del fumetto italiano che, ancora oggi, appassiona milioni di adolescenti (e non solo), ideato dallo scrittore-editore Gian Luigi Bonelli (1908-2001) e "materializzato" dalla matita del disegnatore Aurelio "Galep" Galleppini (1917-1994): Tex Willer, il ranger veloce con la pistola, dall'aria dura e impenetrabile, ma strenuo difensore della giustizia e della verità, anche a costo di violare la legge. Willer combatte contro i criminali di qualsiasi risma, dal semplice "rubagalline" al politico corrotto, che infestano il selvaggio West.
"Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?": con questa frase l'eroe esordì nella prima storia, "Il totem misterioso", pubblicata nel 1948 nel tipico formato dell'epoca, quello "a striscia" (16,5 x 8 cm), cui seguirono altre con cadenza settimanale.
All'inizio degli Anni '50, comparvero le cosiddette "raccoltine", ovvero le copertine in cartoncino, disegnate da "Galep", nelle quali venivano accorpate un certo numero di "strisce", mentre dal 1959 in poi si adottò il formato ad albo tuttora in vigore (e comune a tutti gli altri fumetti di successo pubblicati dalla "Sergio Bonelli Editore": da Dylan Dog a Martin Mystere, da Zagor a Nathan Never): i primi 95 albi raccoglievano tutte le storie contenute nelle "strisce", quelli seguenti le nuove storie inedite.
Non vi sono rotoli di celluloide, radio a transistor o supporti magnetici che tengano: è la carta, l'unica dimensione dove le avventure di Tex e dei suoi "pards" (l'abile e brontolone Kit Carson, il taciturno e determinato indiano navajo Tiger Jack e Kit, il figlio di Tex che coniuga la velocità e la determinazione tipiche del padre con le più raffinate tecniche dei guerrieri Navajos coi quali è cresciuto) sono capaci non solo di emozionare, appassionare, ma anche vivere l'atmosfera del Far West attraverso la semplice raffigurazione di sterminate praterie e canyons o i vari "bang-bang" e "sock" che hanno l'effetto di aumentare la produzione di adrenalina come se stessimo vivendo in prima persona una sparatoria o una scazzottata.
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