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martedì 22 settembre 2015

SORRENTO: L' ARCIVESCOVO RIBELLE CHE SFIDÒ CASA SAVOIA.



SORRENTO:
L' ARCIVESCOVO RIBELLE CHE SFIDÒ CASA SAVOIA.


Mons. Giuseppe Giustiniani fu Arcivescovo di Sorrento dal 1886 al 1917. Il suo nome oltre ad essere legato alla costruzione della "Casa di Riposo di Sant'Antonio" è rimasto famoso per un "incidente" che gli valse l' appellativo di :
"Arcivescovo ribelle ".


Si era nel 1899, si celebrava il centenario della Repubblica Partenopea ed il sacerdote Gaetano Parancandolo, storico vicano, aveva ricordato, a Casapulla, l' ultimo vescovo di Vico Equense, Mons. Michele Natale, che pur beneficiato da Ferdinando di Borbone, aveva aderito alla rivoluzione, e finito alla forca in Piazza del Carmine a Napoli (perché scoperto mentre tentava di fuggire). Lo stesso oratore aveva terminato il discorso affermando:

"Levate alta la voce e dite a tutti: una è la nostra fede, una la nostra patria, una la nostra bandiera: Dio, Italia, Savoia".

L' Arcivescovo di Sorrento, il 27 agosto dello stesso anno, aveva presieduto la cerimonia eucaristica nella chiesa parrocchiale di Vico, per la celebrazione in onore di S. CIRO patrono della città. Come di consueto dopo la cerimonia religiosa, le autorità presenti si recarono, nella sagrestia, per ossequiare il presule. Fra di esse c'era anche il Parascandolo che si avvicinò all' arcivescovo per il bacio del sacro anello, ma si vide ritrarre la mano ed apostrofato :

"Andate a baciare la mano all' Italia e a Casa Savoia. "
Questo episodio denunziato dall' ex maresciallo dei carabinieri, S. Guagnini, provocò un inchiesta che sfociò in un provvedimento di sequestro della temporalità della mensa arcivescovile. L' evento provocò la solidarietà di molti vescovi italiani che elagirono una parte dei loro proventi in favore del collega sorrentino, contemporaneamente al sostegno economico offerto dal Capitolo diocesano e raccolto da una pubblica sottoscrizione.
La contestazione, in data 6 dicembre dello stesso anno, sfociò nella revoca dell'improvvido ed eccessivo provvedimento e la restituzione di quanto sequestrato : la punizione si volse in un trionfo per l'arcivescovo che ricevette lettere, non solo dalla diocesi e dall'Italia, ma anche dall' estero.
E Mons. Giustiniani con le offerte ricevute realizzò l' organo monumentale che, ancor oggi decora la chiesa Cattedrale di Sorrento.
Il grande arcivescovo sorrentino volle essere sepolto "con i suoi poveri" nella chiesetta di Sant'Antonio, dove il 19 marzo 1935 i sorrentini celebrarono il centenario della nascita.

‪#‎Fonte‬ "Sorrento si presenta" di A. Cuomo

scaccialazanzara.blogspot.com

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