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lunedì 19 gennaio 2015

Anch'io sarei Charlie, però...



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Anch'io sarei Charlie, però...

Non voglio confondermi con quella parte ipocrita del mondo che difende la libertà d'espressione solo quando ci sono persone uccise per essa. La libertà d'espressione e di satira è sempre stata minacciata dai censori e lo è ancora, soprattutto in Italia. I censori sono terroristi del pensiero, e si nascondono tra noi proprio come i terroristi veri. Come riconoscerli? Facile, sono quelli che dicono "io non sono per la censura, ma..." ecco quello è un censore nascosto.


Non voglio confondermi con quelli che adesso pensano che in nome della satira si può dire tutto. Non è in nome della satira che si può dire tutto, ma è la satira che può dire tutto.
Cioè solo la vera satira può farlo e si può capire se è vera stabilendo chi è il bersaglio di una vignetta o di una battuta. Se il bersaglio è il potere, un uomo di potere, qualcuno insomma al di sopra degli altri o almeno considerato al di sopra degli altri, allora è satira altrimenti non lo è. Se il bersaglio di una vignetta è una qualsiasi condizione umana che non sia di potere, non è satira ma sfottò fascistoide.
Un'altra variabile fondamentale è il contesto. Se un bianco americano dice "nigger" a un afroamericano è razzismo, se invece sono due afroamericani è un sfottò ironico. La differenza è enorme, la satira smette di essere satira quando viene usata dal potere: su un giornale satirico una vignetta è satira, la stessa vignetta disegnata sulla maglietta indossata da Calderoli, no.
L'arma più potente che ha il terrorismo (qualsiasi terrorismo) è l'ignoranza diffusa. Ho sentito in TV giovani francesi musulmani lamentarsi del fatto che con l'Islam si può scherzare ma se prendi in giro gli Ebrei ti condannano. La differenza è che l'Islam è una religione, gli Ebrei invece sono un popolo, sono persone. Fare una battuta contro gli Ebrei è razzismo, farla contro i Musulmani è razzismo, farla contro la religione, no.

Anch'io sarei Charlie, però... vorrei che lo fossero davvero tutti quelli che ora dicono di esserlo.

L'ITALIANO OMBRA.

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