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sabato 4 ottobre 2014

Milwall e West Ham, una rivalità senza fine

Firms and Rivalries – ICF vs Bushwackers

| giugno 13, 2014



Ogni amante del calcio d’oltremanica che si rispetti ha visto almeno una volta Green Street Hooligans, cruda ma suggestiva pellicola cinematografica scritta e diretta da Lexi Alexander che racconta le vicende del giovane Matt Buckner (interpretato dall’ottimo Elijah Wood, il Frodo del Signore degli Anelli), insicuro studente appena espulso da Harward, e di suo cugino Pete Dunham (Charlie Hunnam), estroverso leader di una delle firm più violente e rispettate d’Inghilterra, la Green Street Elite. Scarpe bianche per esplicitare il proprio senso di appartenenza, jeans e giacche targate Stone Island, testa alta, sguardi di sfida e risse violente, gli attori di questo film si collocano all’interno di una realtà ben più complessa, più ampia, da cui si evince un odio reciproco che affonda le sue radici agli inizi del Secolo scorso, dove lo sfondo filmico è solo un pretesto per mettere in risalto una delle rivalità calcistiche più antiche ed accese del mondo, i cui veri protagonisti sono due squadre situate nell’East End di Londra, sorte entrambe nel 1885, ma separate dal corso lento e limaccioso del Tamigi, il West Ham United e il Millwall Football Club.

Era il 3 Maggio del 1926, in Italia era stata da poco instituita l’Opera Nazionale Balilla, Reza Kahn era appena divenuto Scià dell’Iran e mentre in Polonia il generale Józef Piłsudski si apprestava a prendere il potere grazie ad un colpo di stato, in Inghilterra veniva indetto uno dei più grandi Scioperi Generali della sua storia, tale da coinvolgere migliaia di esponenti della working-class, compresi quelli della Royal Docks (West Ham) sulla sponda settentrionale del Tamigi, costruttori di navi. Sulla sponda meridionale invece, nella Isle of Dogs, gran parte degli operai di origine scozzese emigrati dalla terra di William Wallace in cerca di fortune ed impiegati alla J.T. Morton (Millwall), fabbrica portuale fondata da un loro connazionale, continuarono a lavorare, suscitando quelle polemiche tra scioperanti e crumiri che poi si trasferirono sui campi di calcio e sugli spalti, che, negli ultimi decenni, sono stati gli infelici protagonisti di vere e proprie battaglie.

No one likes us, no one likes us, no one likes us, we don’t care! We are Millwall, super Millwall, we are Millwall from the Den! E’ questo il coro principale che proviene dalle gradinate The Den, inaugurato nel 1993 sulle ceneri del vecchio impianto omonimo, situato nel malfamato quartiere di Bermonsdey, sede dei Bushwackers, gli hooligans dei lions il cui nome deriva da un gruppo militare che perpetrava attentati durante la guerra civile americana. Ginger Bob, uno dei capi storici della “firm”, afferma che ‘quando uno straniero mette piede nel distretto di Bermondsey non sa mai chi può incontrare e spesso finisce male perché può essere scambiato per un fan di un’altra squadra”. L’apice della violenza avvenne nel 1985 quando, durante un match di FA Cup contro il Luton Town a Kenilworth Road, i tifosi ospiti lanciarono in campo 700 seggiolini e un poliziotto rimase ferito. Inoltre, a causa dell’impossibilità di portare oggetti dentro lo stadio, gli ultrà biancoblù dell’Est End crearono il Millwall brick, un’arma formata da un semplice giornale, la cui carta veniva arrotolata e pressata in modo da creare un qualcosa simile ad un bastone. Nonostante i provvedimenti restrittivi degli anni ’90 e i risultati mediocri della squadra, gli hooligans dei lions continuano ad essere una delle film più temute dell’isola.

Congratulations, You Have Just Met the ICF! Gli hooligans del West Ham erano soliti lasciare questo biglietto da visita dopo essersi scontrati con le altre tifoserie d’Inghilterra e il loro capo, Cass Pennant, ha scritto un libro dove narra le vicende dell’Inter City Firm, la quale prende il nome dai mezzi di trasporto utilizzati dai suoi componenti per assistere alle trasferte. Gli hoolingans degli Hammers si resero protagonisti, nel 1985, di una rissa contro la Red Army del Man United, dove vennero lanciati piatti, bicchieri e idranti direttamente su un battello che accompagnava entrambe le squadre in trasferta. Inoltre, avevano l’abitudine di conquistare le curve avversarie durante le trasferte, eccezion fatta per la Kop di Liverpool, che rimase inviolata.

Il 25 Agosto 2009 però, la follia ultrà raggiunse il suo apice: ad Upton Park, stadio del West Ham, andò in scena la partita valida per il secondo turno di Coppa di Lega tra le due tifoserie rivali. Ovviamente, la gara passò in secondo piano (vinsero gli hammers 3-1), si verificarono scontri sia prima che dopo il match e alla fine un tifoso dei lions fu accoltellato. La squadra di casa se la cavò con una multa da 115mila sterline e il Sun il giorno dopo titolò ‘Bloody battle of Upton Park’.

Green Street Hooligans ci aiuta a capire l’essenza di questa storica rivalità, mette in luce l’odio che intercorre tra le due tifoserie, così simili per estrazione sociale e senso di appartenenza, ma altrettando diverse per storia e tradizioni. Dal quel giorno di inizio Maggio sono trascorsi molti anni, il mondo ha assistito agli orrori del secondo conflitto mondiale, alla guerra fredda, al Muro di Berlino, queste due società un tempo formate da operai ed impiegati sono diventate professioniste, ma il disprezzo reciproco persiste e le coste del Tamigi sono ancora oggi teatro di sanguinose battaglie all’ultimo sangue, e lo saranno sempre.


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