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lunedì 27 maggio 2013

Taj Mahal, LA STORIA DI UN AMORE ETERNO



C’era una volta un principe chiamato
Kurram che era stato educato nelle più difficili discipline del sapere: astronomia, grammatica, matematica, filosofia... e inoltre parlava arabo (la lingua del Corano) e persiano (la lingua della Corte).

Un giorno che passeggiava per il bazar, tra il fracasso dei mercanti e gli stivatori di elefanti, i suoi occhi si incontrarono con quelli della principessa
Arjumand, figlia del primo Ministro della Corte. Immediatamente, il principe ne restò affascinato.

Impressionato dalla bellezza della giovane, domandò il prezzo della collana di cristallo che lei si stava provando. Il mercante, sorridendo, gli rispose che non erano cristalli ma diamanti le pietre di quella collana. Il gioiello valeva una fortuna. Il principe lo pagò e lo regalò a Arjumand, che immediatamente anche lei ne restò ammaliata.

Dovettero, invece, aspettare 5 anni per unirsi in matrimonio, perché non si erano visti per tutto quel tempo. Anni dopo essersi sposati, quando il principe fu incoronato passò a chiamarsi Shah Jahan (Imperatore del Mondo) e lei Mumtaz Mahal (la Eletta del Palazzo).Ma quattro anni dopo avere occupato il trono, l’imperatore soffrì la peggiore tragedia della sua vita: la sua amata sposa, Mumtaz Mahal, non superò il parto del quattordicesimo figlio e morì. Shah Jahan, affranto dal dolore, comandò di costruire il Taj Mahal per seppellirla, come mausoleo in memoria dell’amore che si professarono entrambi.

Una volta terminato, l’imperatore volle costruire un altro mausoleo-tomba per lui, identico a quello della sua sposa ma in marmo nero, all’altro lato del fiume Yamuna, e unire dopo entrambi mediante un ponte di oro. E lo avrebbe fatto, se non fosse stato per Aurangzeb.

Approfittando dello stato depressivo e della profonda tristezza nel quale era sprofondato l’imperatore, Aurangzeb, terzo figlio di Shah Jahan, accecato dall’ambizione tradì tutta la sua famiglia, uccise ai suoi fratelli (eccetto due sorelle) e strappò il potere a suo padre. Dopo lo rinchiuse in una torre del Forte Rosso di Agra, di fronte al Taj Mahal, e alle due sorelle sopravissute nell’altra.



Una volta nella torre dove visse come prigioniero i suoi ultimi anni, poté vedere ciò che contemplava l’Imperatore dal suo balcone: il Taj Mahal. In una parete opposta, un vuoto: il luogo dove chiese che gli collocassero uno specchio per morire guardando, dal suo letto di morte, a 74 anni, la tomba della sua sposa.


Si dice che il Forte Rosso conserva il mistero di Shah Jahan e che nelle notti di luna piena ancora si possono sentire i passi e i singulti dell’Imperatore, del padre che impazzì di dolore e morì di amore.


TESTI  E FOTO :it.qsbd.com/fotocamere-digitali/notizia/1820.html

Il Taj Mahal attira migliaia di persone ogni giorno. Gente di tutti i paesi che va ad ammirare una delle sette meraviglie del mondo.

Si narra che ancora oggi, nelle calde notti indiane, quando la luna splende alta nel cielo, si odono i passi del il principe Kurram che si affaccia dal balcone, per incrociare guardando verso il Taj Mahal, lo sguardo della Donna che non ha mai smesso di amare... (ZzZ)

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