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mercoledì 6 marzo 2013

INCENDIO CITTA' DELLA SCIENZA NAPOLI



http://napoli.repubblica.it

Città della Scienza, "Incendio doloso".
Rogo rapidissimo senza vento.

Il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Colangelo traccia un chiaro indirizzo sulle fiamme che hanno divorato la struttura di Bagnoli. Ecco tutti gli elementi che spingono magistrati e forze dell'ordine a seguire una sola pista: quella criminale. Summit in Procura.



"Procediamo per incendio doloso" anche se, "per non trascurare alcun aspetto, seguiamo tutte le piste". Il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Colangelo traccia un chiaro indirizzo sulle fiamme che hanno divorato Città della Scienza. La sua è la voce di un gruppo di inquirenti che è al lavoro per dare volti e nomi a chi ha compiuto questo atto criminale. Ormai ne sono certi, magistrati e investigatori: il rogo che ha distrutto Città della Scienza è doloso. Non è più un sospetto, per chi indaga. Anche oggi si sono susseguiti incontri e un summit in Procura per fare il punto della situazione. E' caccia ai criminali che hanno appiccato le fiamme. Ma su cosa si fonda la pista imboccata da magistrati e forze dell'ordine? Su alcuni elementi venuti fuori dagli accertamenti sin qui esperiti. Fattori che, letti dagli specialisti dell'investigazione, sono più che indizi. Un punto decisivo è la rapidità dell'estensione del rogo. Le indagini sull'incendio ruotano infatti anche intorno ai tempi. L'allarme è scattato alle 21,40, appena dopo 6 minuti i vigili del fuoco erano già sul posto. Ma, nonostante non ci fosse vento, hanno trovato davanti a loro una scena sorprendente: il fronte delle fiamme era già esteso per oltre cento metri. E questo, nonostante il sistema antincendio fosse entrato immediatamente in azione e le pareti ignifughe avrebbero dovuto trattenere e circoscrivere le fiamme. Ma così non è stato. Questa è una delle circostanze che avvalora l'ipotesi del dolo, e su questo stanno lavorando magistrati ed investigatori. Un altro elemento sono le telefonate arrivate al 115: solo due. Troppo poche per un incendio di vastissime dimensioni come quello che ha distrutto in 40 minuti qualcosa come 12 mila metri quadri di struttura le cui colonne di fumo erano visibili da gran parte della città ma soprattutto immediatamente nel quartiere. Un altro aspetto decisamente insolito. Al momento gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo e dal pm Michele Del Prete, restano in attesa degli esami scientifici, ma, come detto, appaiono comunque certi dell'origine dolosa senza privilegiare alcuna ipotesi sulla mano criminale che ha appiccato il rogo e non escludendo la pista della camorra che determina la competenza della Dda, la Direzione investigativa antimafia. (06 marzo 2013)

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