mitica intuizione di creare un nuovo strumento per la produzione casalinga di caffè.
L’idea della caffettiera nasce da un’osservazione casuale di Alfonso Bialetti. L’idea di come costruire
una caffettiera l’ebbe guardando fare il bucato in casa dalla moglie. A quei tempi, per
lavare i panni, si usava la “lisciveuse”, una grossa pentola munita di un tubo cavo con la
parte superiore forata; l’acqua, messa nel recipiente insieme alla biancheria ed al sapone,
bollendo saliva per il tubo e ridiscendeva sul bucato sfruttando bene la lisciva, il detersivo
di allora.
La caffettiera, dalla particolare forma ottagonale, ha portato ad un cambiamento radicale
nelle abitudini di consumo di caffè tra le mura domestiche. Grazie all’uso dell’alluminio e ai
suoi componenti innovativi (come il blocco unico della caldaia, il filtro ed il recipientecontenitore) è riuscita, infatti, a proporre agli italiani un caffè dal gusto nuovo ed originale,
completamente diverso da quello a cui erano abituati.
Fino al secondo dopoguerra, la Moka rimase un prodotto artigianale: vennero fabbricati
pochi pezzi, con manodopera artigianale e una distribuzione limitata all’ambito locale. Di
Alfonso Bialetti si racconta, infatti, che “era un artista; lavorava per la gloria e non per il
guadagno; la sua soddisfazione, la sera, andandosene a letto, era di addormentarsi con il
sigaro in bocca, stringendo in mano uno dei pezzi più difficili usciti dalla fonderia”.
E’ il 1946 l’anno della svolta: ad Alfonso Bialetti subentrò il figlio Renato che, dotato di un
forte spirito imprenditoriale, modificò la filosofia aziendale passando da una logica
artigianale ad una produzione di carattere industriale. E’ in questo periodo che inizia la
diffusione commerciale del prodotto e del marchio: se in dieci anni Alfonso Bialetti era
riuscito a vendere 70.000 caffettiere, il figlio Renato in un solo anno riuscì a raggiungere la
vendita di milioni di pezzi.
Oggi, a quasi 80 anni dalla sua invenzione, la Moka è una icona della nostra tradizione
culturale. Essa rappresenta infatti il “Bel Paese” nel mondo, raccontando i valori della
nostra tradizione attraverso un percorso emozionale che parla di casa, affetto e buon
caffè.
FONTE : http://icialuminium.files.wordpress.com
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