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venerdì 31 agosto 2012

Maria Montessori. 142 anni per La maestra delle mille lire

Le mille lire di una volta erano più belle degli "euri" perchè avevano della facce familiari quando ero piccolo c'era quella con il volto barbuto di Marco Polo, poi il buon Marco se ne ritornò in Cina e fu sostituito dalla Mille Lire con il profilo di Zia Maria Montessori...(Zzz)

1.000 lire (banconota)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 
La prima cartamoneta da 1.000 lire risale al regno di Sardegna. Ufficialmente la sua nascita viene fatta risalire nel 1745-1746, sotto Carlo Emanuele III[1]. Viene emessa per la prima volta nel 1746. Si noti che questa cartamoneta aveva le caratteristiche sia del biglietto di banca, sia dell'obbligazione.

Regno d'Italia

Le prime banconote di questo valore emesse dallo Stato italiano sono quelle stampate dalla Banca Nazionale del Regno d'Italia nel 1872 e nel 1873. Erano stampate su un'unica faccia, portavano una cornice con in alto gli stemmi delle città di Genova e Torino ed in basso il busto di Colombo. Lo stemma era delle due città perché la Banca Nazionale era il nuovo nome che aveva preso la vecchia Banca Nazionale degli Stati Sardi, nata dalla fusione delle banche di Genova e Torino. La filigrana recava il valore della banconota e la scritta BANCA NAZIONALE.
Dopo questa prima serie ne fu stampata un'altra sempre della Banca Nazionale del Regno, emessa tra il 1878 ed il 1893, anno in cui la Banca Nazionale si fuse con altre dando vita alla Banca d'Italia.
Nello stesso periodo venivano stampate banconote di questo valore dagli altri istituti di emissione. Questi biglietti erano identici e recavano la dizione di BIGLIETTO CONSORZIALE. Furono stampati dal 1877 al 1881.
Nel 1882 furono stampati dei biglietti con caratteristiche simili ai biglietti consorziali, ma questa volta furono emessi dal neonato Ministero del Tesoro. Recavano la dicitura di BIGLIETTO GIÀ CONSORZIALE ed ebbero corso legale fino al 1888.
Nel 1894 nasce la prima banconota da 1.000 lire della Banca d'Italia, che però aveva lo stesso disegno e testo della seconda serie della Banca Nazionale, che nel frattempo aveva finito di esistere.

Grande "M"

Fronte di una Banconota "Grande M" del 1943
La prima banconota da 1.000 lire emessa dalla Banca d'Italia con il proprio nome vede la luce nel 1897. Fu disegnata da Rinaldo Barbetti, un artista senese. Banconote con questo disegno, con variazioni minime, furono stampate sino al 1950. Andarono fuori corso il 30 giugno 1953.[2]. Questa banconota è comunemente denominata grande "M".

Regine del mare

Dal 1930 fu stampato, accanto alla banconota grande "M", un nuovo tipo di banconota comunemente denominata "Regine del Mare". Al verso presenta tre figure allegoriche, simbolo, rispettivamente, dell'Industria, dell'Agricoltura e del Commercio. Si tratta della riproduzione di un'opera marmorea che, un tempo, decorava la facciata di Palazzo Koch, sede della Banca d'Italia.

Repubblica Italiana

La Repubblica Italiana ha stampato, in otto diverse emissioni, banconote di questo valore tra il 1946 e il 2002.
Si tratta di una delle banconote di taglio più basso stampate durante il periodo repubblicano.

Grande "M"

Le prime banconote stampate dalla neonata repubblica erano simili - anche per le enormi dimensioni - ai biglietti di questo valore stampati dal precedente regno d'Italia.
Vengono emesse, infatti, due varianti del tipo "Barbetti modificato", con lo stesso disegno di quella del 1896, che con i suoi circa 243 × 147 mm è una delle più grandi banconote italiane. Rispetto alle versioni precedenti erano diverse le tonalità dei colori. Fu stampata in due versioni con diversi toni di colore e con un diverso contrassegno di stato. L'emissione del 1946-47 aveva sul fronte il contrassegno di stato chiamato "testina d'Italia" che risaliva al 1896,[3] mentre quella del 1947-48 aveva il contrassegno denominato "Medusa" creato nel 1947, primo contrassegno repubblicano.[4]

Italia ornata di perle

Questa banconota fu stampata in due versioni, con il contrassegno di stato "testina d'Italia"[3] nel 1947 e, l'anno, dopo con il contrassegno "Medusa".[4] La banconota aveva misura decisamente più contenute (146 × 63mm) rispetto ai biglietti precedenti. Anche la grafica era più moderna. Sul fronte a sinistra, in una cornice ovale, la testa dell'Italia, ripresa da una delle tre grazie della Primavera di Botticelli. Nella filigrana la stessa testa volta a sinistra.[5]

Verdi I tipo

Tra gli anni sessanta e i primi anni ottanta il protagonista della banconota è il compositore Giuseppe Verdi che viene effigiato su due diverse banconote.
La prima (dimensioni 125 × 63 mm) è da un punto di vista grafico più semplice in quanto, se si esclude il ritratto del compositore, gli unici elementi decorativi sono ghirlande e bolli colorati che lasciano diversi spazi bianchi. È stata emessa dal 1962 al 1969.

Verdi II tipo

Il secondo tipo, emesso dal 1969 al 1981, impiega una migliore tecnica per la colorazione dello sfondo. Il ritratto del compositore è più realistico di quello stampato sulla versione precedente. A fianco si trova la celebre Arpa Estense, strumento del 1558 di scuola ferrarese conservato nella Galleria Estense di Modena. Al verso c'è un’immagine del Teatro alla Scala. Se si eccettuano le prime emissioni, la carta impiegata è di colore ocra.
Di questo biglietto furono autorizzati 1.972.000.000 pezzi.
La banconota raffigurante Maria Montessori, emessa dal 1990 al 1998.
 Maria Montessori (Chiaravalle, 31 agosto 1870Noordwijk, 6 maggio 1952) è stata una pedagogista, filosofa, medico, scienziata, educatrice e volontaria italiana, nota per il metodo che prende il suo nome, usato in migliaia di scuole in tutto il mondo

Marco Polo

Negli anni ottanta il biglietto viene sostituito da un banconota che raffigura uno scorcio del Palazzo Ducale di Venezia e si legge in verticale e non in orizzontale.

Maria Montessori

Due miliardi e 160 mila di questi biglietti sono stampati e diffusi in otto emissioni, dal 1990 al 1998. La banconota è dedicata a Maria Montessori, il quale ritratto appare sul recto. Il verso rappresenta un particolare del quadro "Bambini allo studio" di A. Spadini.

Simbolo della cartamoneta repubblicana

Le 1.000 lire sono divenute, in modo non ufficiale, il simbolo della cartamoneta italiana in quanto, a differenza delle effimere banconote da 500.000 e 20.000 lire e delle più giovani 2.000, 50.000 e 100.000 lire, sono state emesse fin dalla nascita del Regno d'Italia.
All'uscita del corso legale della lira per la sostituzione con l'euro, le mille lire erano considerate banconote di piccolissimo taglio, utili per le spese quotidiane, a seguito della progressiva svalutazione a cui era andata incontro la valuta italiana a partire dagli anni '70, invece nella prima metà del XX secolo erano tra quelle di maggior valore così come testimonia la popolare canzone Mille lire al mese cantata da Umberto Melnati nel film omonimo del 1939.
Nel 1939 cominciò la corsa all’abisso di una banconota che tra il 1900 e il 1914 aveva conosciuto un periodo di straordinario splendore. I primi anni del novecento erano tempi in cui chi aveva la fortuna di guadagnare 250 lire al mese era considerato dalle madri “un buon partito”; non erano in molti trovarsi in quelle condizioni, un medico generico oltrepassava di poco le cento lire al mese, assai meno guadagnavano i maestri, dalle 50 alle 55 lire mensili. Prima della grande guerra con mille lire era possibile acquistare una carrozza; nel 1920, dopo la svalutazione del 42% avvenuta durante la guerra, e dell’82% dopo era possibile acquistare solo una bicicletta, comunque un bene di lusso. Nel 1939 un chilo di pane costava 1,60 lire, 2 lire il riso, 50 centesimi un chilo di patate, 4 centesimi l’una le uova.

Collezionismo

Dal punto di vista del collezionismo di banconote sono interessanti i biglietti emessi nel 1949 con il numero di serie che va da C239 a Q286. In fior di stampa (ovvero cartamoneta mai circolata e in perfette condizioni) la loro quotazione è di circa 500 euro. Discreto il valore delle banconote stampate nel 1964: circa 300 euro in fior di stampa. Come per tutte le banconote le serie speciali sostitutive - con il numero di serie che inizia con X, W o Z - hanno quotazioni più elevate. Una banconota da mille lire del 1969 (serie X14) può valere anche 1000 euro.

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