Incendio del Campanile di domenica 15 Luglio.
L'evento culminante dei festeggiamenti, è il suggestivo "Incendio del Campanile" che avviene intorno alle ore 22 lo spettacolo pirotecnico applicato alla celebre torre campanaria di Fra Nuvolo, un unicum nel suo genere, il quale, affondando le radici in tempi assi remoti, si lega direttamente agli storici momenti della sommossa del Masaniello.
http://www.santuariocarminemaggiore.it/ ... 02012.html
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La tradizione racconta che alcuni monaci, fuggendo la persecuzione deisaraceni in Palestina, venendo in Napoli, portarono un'immagine della Madonna da essi venerata sulMonte Carmelo, culla del loro ordine. Vi era in Napoli, presso la marina fuori la città, una piccola cappella dedicata a San Nicola che fu concessa ai monaci, che da allora vi si insediarono e collocarono l'immagine della Madonna in un luogo detto la grotticella.
Ma il primo documento storico della presenza dei Carmelitani a Napoli si ha nel 1268, quando i cronisti del tempo descrivono il luogo del supplizio di Corradino di Svevia nella piazza antistante la chiesa di Santa Maria del Carmine.
- le aureole dorate e il fondo dell'icona, anch'esso dorato (l'oro simboleggia il colore del sole), indicano la santità della Madre e del Figlio;
 - il colore azzurro-verde (colore dell'acqua marina, simbolo della fertilità) del manto della Madonna ricorda il valore della sua maternità divina;
 - il colore rosso (simbolo dell'amore) della tunica sotto il manto e della quale una parte copre il bambino, indica il forte amore che unisce la Madre al Figlio;
 - la stella con coda pendula del manto è segno della sua verginità;
 - la tunica color pelle di pecora del bambino ci ricorda che egli è l'Agnello di Dio;
 - la mano sinistra della Madonna, che stringe in braccio il Figlio è segno di tenerezza. La mano destra, in risposta alla supplica: "Mostraci il frutto del tuo grembo, Gesù...", indica: "Ecco la via, la verità e la vita";
 - I volti della Madre e del Bambino sono accostati in espressione di tenerezza.
 
Masaniello
Filippo IV di Spagna, mandò come viceré a Napoli il Duca d'Arcos, il quale volendo trarre sempre più somme di denaro per la Spagna, imponeva alla città tra le altre gabelle, quella sulla frutta. Il 7 luglio1647, mentre si preparavano i festeggiamenti per la Madonna del Carmine, il popolo napoletano, capeggiato da Masaniello (che a sua volta era politicamente manovrato da Don Giulio Genoino), insorse contro il viceré chiedendo l'abolizione delle gabelle, incendiando case, facendo vittime e distruggendo ogni cosa che appartenesse ai nobili, nemici del popolo. Gli storici dell'Ottocento dipingono questa rivoluzione come antispagnola e antimonarchica, ma studi recenti ne dimostrano l'incongruenza, a partire dal grido con cui fu sollevato il popolo: «Viva il re di Spagna, mora il malgoverno». Intanto la chiesa e il convento divennero luogo di comizi popolari, per cui si stipulavano negoziati tra popolo e viceré.Giovedì 11 luglio, Masaniello cavalcò con il Cardinale Filomarinoed il nuovo eletto del popolo Francesco Antonio Arpaia, tra le acclamazioni ed i festeggiamenti dei popolani fino a Palazzo Reale, per incontrare il viceré. Alla presenza del duca d'Arcos, a causa di un improvviso malore, perse i sensi e svenne iniziando a manifestare i primi sintomi di quell'instabilità mentale che gli procurò poi l'accusa di pazzia. Durante l'incontro, dopo un infruttuoso tentativo di corruzione, il pescatore fu nominato Capitano generale del fedelissimo popolo napoletano.
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