una storia, una notizia, o qualunque cosa valga la pena di essere raccontata



mercoledì 18 aprile 2012

Napoli: la leggenda del coccodrillo del MASCHIO ANGIOINO

                  

I sotteranei segreti di Castel Nuovo (Maschio Angioino) hanno dato origine ad una delle leggende napoletane più cruenti: "la cella del coccodrillo".


IL RACCONTO DI ALEXANDRE DUMAS 

Iddio vi guardi dalla clemenza del Re di Napoli!

Del resto, i pochi condannati che passassero dalle prigioni di Napoli alla fossa della Favignana, non trovarono gran differenza fra l'accusa ed il castigo.

Da una di queste prigioni si può giudicare delle altre. Domandate di vedere al castel Nuovo la fossa del coccodrillo. Nel farvi vedere lo scheletro gigantesco dell'animale che le ha dato il nome, e che la tradizione pretende essere stato preso in quella fossa ‑ il custode vi farà passare per la porta sottoposta, e vi condurrà ad una porta segreta che dà sopra una scala di 22 gradini, e mena ad una terza porta massiccia, foderata di ferro ; questa finalmente mette nell'oscura e profonda caverna.

Nel centro di questo sepolcro ‑ opera empia ‑ scavato e costruito della mano degli uomini per seppellirvi i cadaveri vivi de' loro simili, si urta ad un grosso masso di granito tenuto fermo da una sbarra di ferro. Chiude ora l'orificio d'un pozzo che comunica col mare. Nei giorni di tempesta l'onda sale schiumando attraverso le commessure del pietrone, mal connesso col pavimento, si sparge nella caverna, e perseguita il prigioniero perfino negli angoli più lontani della sua prigione.

Da questa bocca dell'abisso, dice la lugubre leggenda, uscendo dal vasto seno del mare, appariva un tempo, l'immondo rettile, che ha dato il suo nome a quella fossa.

Quasi sempre vi trovava una preda, e, dopo averla divorata, tornava ad immergersi nel mare.

Là, dice ancora la voce popolare, furon gittati dagli Spagnuoli, la moglie ed i quattro figliuoli di Tommaso Aniello, quel Re de' lazzaroni, che stette lì lì per liberar Napoli e che ebbe la vertigine del potere, nè più nè meno di Caligola e di Nerone.

Il popolo avea divorato il padre ed il marito; il coccodrillo, che ha, certo, qualche rassomiglianza col popolo, divorò la madre ed i figli.

A confessione del Re medesimo, come abbiamo già detto, in una lettera che quando sarà suo tempo, porremo sotto gli occhi de' nostri lettori, e nella quale invita Ruffo a farle sgombrare a beneficio della mannaja e delle forche, vi erano 8.000 carcerati in quelle prigioni di cui abbiamo fatto un abbozzo.

«Storia dei Borbone di Napoli» (libro IV, capitolo 7) di Alexandre Dumas


NELLE SEGRETE Secondo la leggenda nelle segrete del Maschio Angioino (costruito nel 1200 da Carlo d' Angiò) c' era un coccodrillo pronto a divorare i prigionieri LA REGINA CRUDELE La regina Giovanna (di stirpe angioina) dopo averne goduto i servigi gettava i suoi amanti ancora vivi nelle fauci del coccodrillo nascosto nel castello I CONGIURATI Sarebbero finiti in pasto al coccodrillo del Maschio Angioino anche i Baroni, protagonisti di una congiura ai danni di Ferrante d' Aragona IL TRABOCCHETTO Il coccodrillo del castello sarebbe stato ucciso con un trabocchetto: gli avrebbero dato in pasto una grossa coscia di cavallo avvelenata



 


Nessun commento: