Carlo II d'Angiò IL RE INNAMORATO DELLA PENISOLA
Carlo II d'Angiò, era un sovrano innamoratissimo della Penisola Sorrentina, ed era solito soggiornare a Vico Equense (che aveva ricevuto in dono dal padre insieme a Sorrento). IL Re Nel 1301 fece costruire nella sua amata Vico un magnifico castello che nel '600 venne ristrutturato dal conte Girolamo Giusso da cui il nome di Castello Giusso, e fu tra gli artefici della trasformazione di Vico da borgo a moderno centro urbano.
| foto storica del Castello di Carlo II d'Angiò |

Lo Statuto Sorrentino
Nel 1306 per dimostrare il forte legame con la penisola sorrentina il Re CARLO II ordinò che l'Arcivescovo e 12 specialisti ELETTI dal Comune, raccogliessero tutte quelle consuetudini antiche che si erano diffuse nel tempo in Penisola Sorrentina,e di tramutarle in legge. Lo Statuto Sorrentino è considerato uno dei più moderni ed innovativi di sempre, tanto che molte di quelle leggi sono ancora inserite nei codici contemporanei.
CARLO II d' ANGIO'

Carlo II d'Angiò, detto lo Zoppo (1254 – Napoli, 8 maggio 1309),
viene ricordato per l’accordo con Genova al fine di sottomettere il Piemonte ed incorporarlo successivamente alla Provenza, per il Trattato di Anagni e per la Pace di Caltabellotta con cui aveva garantito un decennio di tranquillità al regno.Aveva cercato di consolidare i rapporti internazionali con i matrimoni della sua prole: quelli della figlia Eleonora con Federico III di Trinacriae dei figli Roberto (futuro re, rimasto vedovo della prima moglie Iolanda) e Maria, rispettivamente con Sancia e Sancio, figli di Giacomo II d’Aragona, ma quando nel 1305 costrinse sua figlia Beatrice, ancora giovanissima, a sposare l'anziano Azzo VIII d'Este suscitò le critiche di Dante (episodio, questo, che il poeta bollò come turpe mercato in Purg. XX, 79).
Per alcuni Carlo II fu un sovrano colto e illuminato, che cercò di governare senza ostilità nei confronti della nobiltà e con il favore dei sudditi, promulgando norme intese ad ostacolare gli abusi ed attenuare i carichi fiscali. Per altri, un sovrano inietto, schiacciato tra le figure del padre Carlo I d'Angiò e del figlio Carlo Martello, capace di ordinare spinto dall'odio religioso e dalla necessità di rifondere i banchieri fiorentini dei crediti concessigli, la totale distruzione del ricco e popoloso insediamento musulmano di Lucera, per attuare la quale il Re lasciò mano libera alla popolazione circostante che, mossa dai medesimi sentimenti di odio verso l'Islam e dalla bramosia, razziò quanto poteva e trucidò numerosissimi musulmani (uomini, donne e bambini), mentre circa 10.000 di essi, sopravvissuti, furono fatti schiavi e venduti al miglior offerente. Concludendo Dante che non lo aveva mai amato, contesta il suo malgoverno e la sua politica filoguelfa nel Paradiso (Par. VI, 106-108; (Par. XIX, 127-129 e (Par. XX, 63).
ZANZARED
fonti:
Wikipedia
La Penisola Sorrentina- usi e costumi
http://cronologia.leonardo.it
danteonline
Nel 1306 per dimostrare il forte legame con la penisola sorrentina il Re CARLO II ordinò che l'Arcivescovo e 12 specialisti ELETTI dal Comune, raccogliessero tutte quelle consuetudini antiche che si erano diffuse nel tempo in Penisola Sorrentina,e di tramutarle in legge. Lo Statuto Sorrentino è considerato uno dei più moderni ed innovativi di sempre, tanto che molte di quelle leggi sono ancora inserite nei codici contemporanei.
CARLO II d' ANGIO'

Carlo II d'Angiò, detto lo Zoppo (1254 – Napoli, 8 maggio 1309),
viene ricordato per l’accordo con Genova al fine di sottomettere il Piemonte ed incorporarlo successivamente alla Provenza, per il Trattato di Anagni e per la Pace di Caltabellotta con cui aveva garantito un decennio di tranquillità al regno.Aveva cercato di consolidare i rapporti internazionali con i matrimoni della sua prole: quelli della figlia Eleonora con Federico III di Trinacriae dei figli Roberto (futuro re, rimasto vedovo della prima moglie Iolanda) e Maria, rispettivamente con Sancia e Sancio, figli di Giacomo II d’Aragona, ma quando nel 1305 costrinse sua figlia Beatrice, ancora giovanissima, a sposare l'anziano Azzo VIII d'Este suscitò le critiche di Dante (episodio, questo, che il poeta bollò come turpe mercato in Purg. XX, 79).
Per alcuni Carlo II fu un sovrano colto e illuminato, che cercò di governare senza ostilità nei confronti della nobiltà e con il favore dei sudditi, promulgando norme intese ad ostacolare gli abusi ed attenuare i carichi fiscali. Per altri, un sovrano inietto, schiacciato tra le figure del padre Carlo I d'Angiò e del figlio Carlo Martello, capace di ordinare spinto dall'odio religioso e dalla necessità di rifondere i banchieri fiorentini dei crediti concessigli, la totale distruzione del ricco e popoloso insediamento musulmano di Lucera, per attuare la quale il Re lasciò mano libera alla popolazione circostante che, mossa dai medesimi sentimenti di odio verso l'Islam e dalla bramosia, razziò quanto poteva e trucidò numerosissimi musulmani (uomini, donne e bambini), mentre circa 10.000 di essi, sopravvissuti, furono fatti schiavi e venduti al miglior offerente. Concludendo Dante che non lo aveva mai amato, contesta il suo malgoverno e la sua politica filoguelfa nel Paradiso (Par. VI, 106-108; (Par. XIX, 127-129 e (Par. XX, 63).
ZANZARED
fonti:
Wikipedia
La Penisola Sorrentina- usi e costumi
http://cronologia.leonardo.it
danteonline
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