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domenica 29 gennaio 2012

Addio Alabarda: Triestina fallita

DAI TIFOSI DISEGNATI SULLE TRIBUNE AL FALLIMENTO...PRESIDENTI SENZA SCRUPOLI E AFFARISTI HANNO CANCELLATO CENTO ANNI DI STORIA DELLA TRIESTINA...


Per la seconda volta nella sua lunga e gloriosa storia, la Triestina chiude i battenti. Il Tribunale Civile di Trieste ha dichiarato fallita la società presieduta da Sergio Aletti, schiacciata da debiti per oltre 6 milioni di euro. Aletti ha tentato vanamente un salvataggio tramite un aumento di capitale di 2,1 milioni che non è stato sottoscritto. L' "Unione" milita nel girone B di 1a divisione e si tenterà ora di farle completare il campionato.



L'unica via per non compromettere la regolarità del torneo è quella di un esercizio provvisorio, concesso dal Tribunale, che consenta alla vecchia società di arrivare fino al 30 giugno. Poi dovrà esserne costituita una nuova che, nella migliore delle ipotesi, ripartirà grazie al "Lodo Petrucci" dalla Seconda Divisione. Ma la prospettiva, ancora più amara, di dovere ripartire dalla Lega Dilettanti è purtroppo presente. Così come l'eventualità che, se nessuno riuscirà a coprire le spese dei prossimi mesi, tutte le partite fin qui disputate dai rossoalabardati vengano considerate perse a tavolino 3-0, una decisione che - visti i risultati ottenuti sul campo dalla Triestina, posizionata circa a metà classifica del girone B - sposterebbe molti equilibri fin qui maturati.



In attesa dello sviluppo degli eventi, resta il dispiacere dell'ennesimo fallimento, acuito dalla storia di una società importante, con i piedi ben dentro la storia del calcio italiano. L' "Unione", anche per motivi storici e politici, è squadra cara anche a chi di Trieste non è, dal vecchio stadio di Valmaura sono usciti personaggi seminali del nostro calcio come Nereo Rocco, Cesare Maldini, Ferruccio Valcareggi, campioni del mondo 1938 come Gino Colaussi e Piero Pasinati. L'Alabarda, davvero un pezzo di cuore per i triestini, ha ispirato anche uno dei massimi poeti del '900 italiani, Umberto Saba, che al calcio e precipuamente alla "sua" Triestina dedicò le famose "Cinque poesie per il gioco del calcio": "Anch'io tra i molti vi saluto, rosso-alabardati, sputati dalla terra natìa, da tutto un popolo amati". Altri tempi, altre storie rispetto a quelle recenti, che hanno visto la Triestina cadere spesso in mani sbagliate o inadeguate, favorite dal disinteresse o dall'impossibilità di prendere le redini da parte di imprenditori legati al territorio e conseguentemente alla squadra. Che peccato. Ci vorrebbe una giornata di vera bora, perfetta per spazzare via tutto e ripartire da un cielo sereno.

FONTE: SPORTMEDIASET





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