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sabato 10 dicembre 2011

I PERSONAGGI DEL PRESEPE: VERDUMMARO, RICOTTARO , IL VINAIO e altri lavoratori


In riferimento a quadriglie carnevalesche
 di arti e mestieri, ritroviamo le figurine presepiali del VERDUMMARO (erbivendolo), del VINAIO, del MACELLAIO, del FRUTTIVENDOLO, del VENDITORE DI CASTAGNE, del PANETTIERE, dell'ARROTINOdel VENDITORE DI RICOTTA E DI FORMAGGI, delSALUMIERE, del POLLIERE, del PESCIVENDOLO, del VENDITORE DI UOVA

Ma mettendo in relazione le loro attività lavorative col periodo calendariale in cui esse si svolgono, è possibile interpretare quei personaggi come personificazioni dei Mesi, che nei cortei carnevaleschi si presentano in tal modo:
Gennaio macellaio o salumiere;
Febbraio venditore di ricotta e formaggio;
Marzo pollivendolo e venditore di uccelli;
Aprile venditore di uova;
Maggio rappresentato da una coppia di sposi recanti un cesto di ciliegie e di frutta;
Giugno panettiere o farinaro;
Luglio venditore di pomodori;
Agosto venditore di cocomeri;
Settembre venditore di fichi o seminatore;
Ottobre vinaio o cacciatore;
Novembre venditore di castagne;
Dicembre pescivendolo o pescatore.

 Particolare significanza assumeIL VENDITORE DI RICOTTA E DI FORMAGGI (il «ricottaro») raffigurato in atto di rimestare il latte cagliato. 
Al di là della rappresentazione di un mese del calendario, esso è anche attinente al tempo di fine e di inizio del nuovo anno, che, come avviene nel processo di caseificazione, ha bisogno di fermentare, di crescere e di aumentare progressivamente di volume.
Per tale motivo, la figurina di questo personaggio appariva stampata in xilografia sugli antichi lunari, sui tradizionali «Barbanera», ossia su quelle pubblicazioni popolari destinate ai mercati e alle fiere natalizie. 
Il «ricottaro», dunque, era l'emblema del tempo che ritorna mediante la fermentazione, attivata dal gesto rotatorio del braccio (altra simbologia dell'inizio dell'anno, immaginato come una ruota che riprende a girare).

In ogni modo, la rappresentazione dei mesi come venditori, che è comune sia alla tradizione carnevalesca sia a quella presepiale, ha un doppio significato: da un lato esprime il tempo trascorso (i mesi che sono passati), dall'altro, l'augurio che il nuovo ciclo annuale sia ricco di prodotti alimentari.


fonte: http://www.o-presebbio.com

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