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lunedì 19 dicembre 2011

I PERSONAGGI DEL PRESEPE: IL CACCIATORE, IL PESCATORE, LA LAVANDAIA, E LA ZINGARA


pastore al lavandaia nel presepelavandaia, presepe LA LAVANDAIA:
personaggio caratteristico della nostra tradizione presepiale.
Come testimone del parto verginale di Maria, essa deriva da sacre rappresentazioni medievali, dall'iconografia orientale e da tradizioni cristiane extraliturgiche.
Secondo la versione dei Vangeli apocrifi la Madonna fu visitata, al momento del parto, da più levatrici, ma solo una di esse volle accertarsi della sua verginità osando toccarla.
Nel protovangelo di Giacomo si legge: «E la levatrice uscí dalla grotta e Salomè si imbatté in lei.
Ed ella disse: - Salomè, Salomè, una vergine ha partorito, ciò di cui la sua natura non è capace -.
E Salomè disse: - Com'è vero che Dio esiste, se non metterò il dito e non esaminerò la sua natura, non crederò mai che la vergine ha partorito» (A. Di Nola, Vangeli apocrifi, Ed. Lato Side, Roma P. 47).
La conseguenza di quel gesto fu che la mano, che aveva tanto osato, rimase incenerita all'istante; guarí solo dopo aver toccato il divino Bambino.
In conformità con tale versione si trovano sui presepi orientali più levatrici di Maria (lavandaie) che, dopo aver lavato il Bambino, stendono ad asciugare i panni del parto, il cui candore è suggestivo per un confronto con la verginità di Maria.
personaggi del presepe
LA ZINGARA DEL RPESEPE

la zingara del presepe LA ZINGARA:
com'è noto, è personaggio profetico collegato alle sibille profetesse che nelle sacre rappresentazioni medievali assumevano ruolo primario. Alla Sibilla Cumana la tradizione attribuiva una leggenda natalizia.
Ella aveva predetto la nascita del Redentore, illudendosi di essere la vergine designata che lo avrebbe partorito.
Quando udí gli angeli annunziare la nascita di Cristo, si rese conto del suo peccato di presunzione e fu trasformata in uccello notturno, o addirittura in civetta. LA ZINGARA COL BAMBINO IN BRACCIO può essere correlata non solo alla FUGA IN EGITTO di Maria che era, ella stessa, zingara in un paese straniero, ma anche a un mito legato a un'antica divinità solare molto simile alla natura del Bambino della tradizione cristiana. Si narra di una donna vergine, chiamata STEFANIA, che, quando nacque il Redentore, si incamminò verso la grotta per adorarlo, ma ne fu impedita dagli angeli che vietavano alle donne non sposate di visitare la Madonna che aveva da poco partorito.
Allora Stefania prese una pietra, l'avvolse nelle fasce fingendosi
madre e, ingannando gli angeli, riuscì a entrare nella grotta il giorno successivo.
Ma quando fu alla presenza di Maria, si compí un miracoloso prodigio: la pietra starnutí e divenne un bambino, santo Stefano, il cui natalizio si festeggia appunto il 26 dicembre. Il personaggio della zingara senza il bambino in braccio assume un significato drammatico perché preannunzia la Passione di Cristo.
I ferri che ella porta nelle mani vogliono simboleggiare i chiodi del futuro martirio del Signore.
il presepe a napoli
presepe cacciatore IL PESCATORE E IL CACCIATORE:
presepe cacciatore


esprimono due tipi di cultura successivi alla società matriarcale: la pesca e la caccia, le piú antiche attività con cui l'uomo si assicurò i mezzi di sussistenza.
Interessante per la valenza che esprime è il costume del pescatore. Esso, connotato dal colore bianco e rosso, mostra attinenza con la piú antica liturgia del mondo popolare, non soltanto napoletano, e risulta collegabile allo stesso costume tipico dei fujenti della Madonna dell'Arco.
Al cacciatore che di solito imbraccia un fucile non è mai mancato l'ironico commento dei piccolo-borghesi napoletani che ignorando il
senso culturale e metastorico della rappresentazione, ne hanno rilevato il contraddittorio anacronismo. Ma si tratta dell'arroganza e della presunzione di una classe che ha sempre preteso di gestire la cultura, interpretandone i segni e le espressioni dall'alto della propria superficialità. Le figure in coppia del cacciatore e del pescatore rinviano ad arcaiche rappresentazioni del ciclo morte-vita, giorno-notte, estate-inverno.
La pregnanza simbolica dei due personaggi è sottolineata, nella rappresentazione presepiale, dalla loro posizione che può dirsi canonica: vale a dire che il cacciatore si colloca in alto, mentre il pescatore è situato in basso, presso le acque fluviali. Tale contrapposizione evidenzía chiaramente la dualità sacrale di una coppia attinente al mondo celeste e a quello infero. Né si dimentichi che in tutte le antiche tombe egizie, etrusche e italiche sono ricorrenti le raffigurazioni funerarie della caccia e della pesca.

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