
Ogni sera arrivava a casa con storie di poveri diavoli sospesi ai confini della società, orbitanti attorno alla stazione per una dose di eroina (cinque euro in zona centrale, meno di un big mac menu).
Tra gli altri, c'era un clochard con problemi (tra gli altri) di alcolismo.
Capita che un giorno viene beccato a rubare non si sa bene quale inezia.
Viene processato e messo agli arresti domiciliari.
Sorpresa: il domicilio non c'è. E le carceri son piene.
Ecco dunque che il nostro eroe viene sistemato su una panchina – in Piazza Ferravilla, per la cronaca – e su quella deve farsi trovare per i 365 giorni consecutivi. A qualsiasi ora, con qualsiasi tempo.
Come un normale arresto domiciliare.
Solo che lì mancava il tetto.
Un giorno come un altro, il Nostro deve fare quella grossa e si rintana dietro a un cespuglio per depositare.
Qualche metro più in là passano le guardie.
Trovano la panchina vuota.
Tirano dritto.
Il giorno dopo tornano e lo arrestano.
Il problema non è solo il diritto al tetto, ma anche il diritto a non averne uno.
http://paroladiministri.blogspot.com
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