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martedì 10 maggio 2011

"Tutta colpa dei napoletani", lo insegnano a scuola

Come si sa il premier Silvio Berlusconi, spalleggiato dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, ritiene che gli insegnanti delle scuole italiane siano parziali, per la precisione "comunisti" e che cerchino di "inculcare" la loro ideologia nei nostri giovani virgulti. Verrebbe da dire che, semmai, è il contrario. Non è difficile, infatti, imbattersi in veri e propri luoghi comuni - che in alcuni casi sconfinano persino nel razzismo - sfogliando le pagine dei testi scolastici.

Uno di questi esempi ci viene segnalato da una nostra lettrice, Rosalba Caliman. Il testo è Oblò, manuale di storia e geografia indirizzato agli studenti delle scuole medie. E' edito da Lattes e firmato da Francesco Cassone e Domenico Volpi. Nel capitolo dedicato a Napoli e alla Campania si leggono cose di questo tipo: "i due terzi dei giovani sono in cerca di un'occupazione che non trovano. In gran parte si tratta di mano d'opera generica con un basso livello d'istruzione, ma ci sono anche diplomati e laureati che non si adattano a un lavoro manuale e inseguono il sogno di un impiego pubblico. " , oppure amenità del tipo: " Le speranze di rilancio stanno nel recupero di areee dismesse da industrie ... e nell'atteggiamento degli abitanti".

Insomma: via libera agli stereotipi tipo "il problema di Napoli sono i napoletani" . La signora Caliman scrive una lettera molto indignata, in cui racconta la sua storia: da sola ha cresciuto tre figlie, ora percepisce una pensione minima e nonostante sia malata non ha più diritto all'esenzione. In compenso sua figlia di 23 anni, laureata in chimica, è già finita nell'infinito mondo del precariato della scuola nonostante le sue specializzazioni. Ma si sa, sono napoletani, dal destino segnato.

IL MANIFESTO.IT

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