La band sorrentina al terzo album: Pietro De Cristofaro galleggia tra Cure e Cohen in un elettrorock con echi '90s
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La copertina con le illustrazioni di Luigi Collina |
CARTA E VINILE - Le perle, oltre a Like tv, sono The bed e A promise, la prima una ballata chitarra e voce, la seconda un climax in tandem chitarra e tammorra, dove testi e musica si sposano meglio trovando la giusta proporzione tra senso e entropia. Il primo ascolto riporta alla mente i pomeriggi collosi degli anni Novanta, di qualche declinazione meno heavy dei Metallica di Hero of the day. Un secondo, gli Incubus e un terzo solo e soltanto la band sorrentina, ibrido tra i Cure di Lost e del nuovo millennio, cui pure De Cristofaro ha fatto da supporting act nella carriera da solista lasciatasi alle spalle, e il più placido Leonard Cohen. Nota di merito il packaging tutto-carta, economico, bio stile mini-vinile; peccato per i testi mancanti. Consiglio di restare umani, e uniti, non far passare altri sei anni, distanza che separa «You must stay out» (2005) da questo «The globe has spunt...» e l'ascolto stasera, venerdì 6 maggio al Pompei lab di via Astolelle o in una delle date del minitour di primavera dei Songs for Ulan. Nel frattempo, la discoteca redazionale dove vanno rinchiuse di regola le opere recensite conterà un disco in meno, dal momento che questo viene a casa con me.
Sandro Di Domenico
06 maggio 2011
06 maggio 2011
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