![]() |
Il suo nome è legato ad una legge che ha cambiato per sempre il calcio, liberalizzando il mercato dei giocatori in scadenza di contratto, ma oggi Jean-Marc Bosman è un anonimo ex atleta, segnato dall'alcolismo, che vive del sussidio di disoccupazione. Lontanissimo dalle luci della ribalta, dimenticato dal mondo dorato del pallone, ignorato da quei colleghi che grazie ad una storica sentenza ha contribuito a rendere milionari. Lui, ex centrocampista dello Standard Liegi, giura di non nutrire invidie nè gelosie, ma chiede solo un pò di riconoscenza, perchè sa che un posto nella storia del calcio - conquistato non in campo ma nelle aule di giustizia - gli spetta di diritto. Oggi Bosman ha 46 anni, porta ancora i segni dell'alcolismo, ed è costretto a vivere lontano dalla famiglia, l'attuale compagna Carine e i due figli Martin e Samuel. Dopo anni di silenzio ha accettato di parlare con un cronista del tabloid Sun, al quale ha spiegato quanto gli è costato combattere il sistema-calcio: prima l'ostracismo delle società, poi l'alcolismo, adesso l'indigenza economica.
«È stata molto dura - le parole di Bosman -, perchè io sono l'unico che ne ha pagato le conseguenze. La gente che non mi conosce pensa che abbia messo da parte una fortuna, ma la verità è che un giorno dello stipendio di Wayne Rooney è più di quanto possieda oggi». «I soldi del mio risarcimento - precisa - si sono volatilizzati in spese legali. Mi avevano promesso una partita-celebrazione, ma mi sono dovuto accontentare di un incontro con il Lilla davanti a duemila spettatori. Briciole». La sua battaglia legale inizia nel 1990: dopo gli anni allo Standard Liegi, nel 1998 passa all'RFC Liegi. Due anni dopo chiede il trasferimento in Francia, al Dunkerque. Ma i belgi non trovano l'accordo con il club francese e si oppongono. Bosman cita in giudizio il club e nel frattempo gioca nelle serie minori. Qualche anno più tardi il Charleroi lo ingaggia, offrendogli meno del minimo sindacale (l'equivalente di 750 euro attuali). Cerca altri contratti ma la risposta è sempre la stessa. «Nessuno lo diceva apertamente - spiega - ma sapevano chi ero e non volevano avere nulla a che fare con me».
![]() |
LA RUBRICA DEL TALENTO di EDWIN MURIEL |
Ma quanto bene a fatto al calcio questa sentenza? Forse è stato dato molto potere ai calciatori stessi, e anche ai procuratori che quando vogliono ricattare i club basta che mettano in giro una voce di mercato o qualunque malessere del loro assistito, forzando la mano al club nel quale hanno un contratto iniziato da poco.
Facendo cosi spesso ottengono ingaggi pIù alti e mettono in difficoltà le società.
Facendo cosi spesso ottengono ingaggi pIù alti e mettono in difficoltà le società.
Magari la gente non ricorda , ma dopo questa sentenza è cominciata l' era delle società coi bilanci in rosso e le plusvalenze gonfiate. Questa legge ha fatto diventare il calcio un mondo senza bandiere calcistiche, infatti quando parliamo di giocatori che non hanno il minimo rispetto per i contratti e le promesse di fedeltà fatte ai tifosi dobbiamo ricordarci della sentenza BOSMAN .
EDWIN OSPINA MURIEL
Nessun commento:
Posta un commento