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martedì 2 novembre 2010

L'Eccellenza di Luigi goleador senza braccio

Ha 17anni gioca a Ercolano e segna nonostante l'handicap: "Non mi sento condizionato. In campo come nella vita", dice Iaccarino. "Vorrei essere un esempio positivo per altri giovani"


NAPOLI, 1 novembre 2010 - Luigi Iaccarino ha 17 anni, di mestiere fa l’attaccante in una squadra del girone A di Eccellenza campana, la Rita Ercolanese, e sogna di diventare un giocatore professionista. La sua storia è simile, per molti aspetti, a quella di tanti altri ragazzi della sua età. Lui, però, è privo dell'avanbraccio destro: un handicap che tuttavia non lo ha frenato nella sua più grande passione, il calcio. “Sono nato con questa menomazione – dice Luigi –, ma non ho mai permesso che mi condizionasse la vita. Io mi considero un ragazzo normalissimo, che ama in maniera viscerale questo sport. Per fortuna, mai nessun medico mi ha sconsigliato di giocare a pallone. Per me il calcio è tutto e spero di fare ancora tanta strada”.

IL DESIDERIO DI NONNA NUNZIA — Iaccarino, nato a Casoria - in provincia di Napoli - e cresciuto nella scuola calcio Mariano Keller ai Ponti Rossi, vuole infatti esaudire un desiderio che la nonna Nunzia ogni domenica puntualmente gli ripete: “Mi chiede sempre quand’è che potrà vedere una mia partita in televisione e io spero di regalarle al più presto questa gioia”. Quest’anno, Luigi ha collezionato già tre presenze in prima squadra, dopo essere diventato il capocannoniere della formazione Juniores. Il suo cammino calcistico è soltanto all’inizio: “Al momento, mi divido tra gli allenamenti ed il terzo anno di ragioneria, poi si vedrà. La vita mi ha insegnato che non si deve mai mollare”. Nonostante la giovane età, il ragazzo ha ben chiare le sue prospettive future, anche qualora non dovesse sfondare come centravanti: “Non so se riuscirò mai a giocare in squadre importanti come la Juventus del mio idolo Ale Del Piero, però con il mio handicap vorrei essere di esempio per tanti ragazzi che versano nelle mie stesse condizioni. Da grande, vorrei lavorare in un centro di addestramento per giovani giocatori disabili, perché è giusto che tutti abbiano le medesime possibilità di praticare questo meraviglioso sport”.

gazzetta.it

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