Bellissimo cortometraggio girato a Bari vecchia da Pippo Mezzapesa nel 2005.
Il piccolo tira da sotto il letto lo scarpino dorato, carezzandolo come una lanterna magica, e culla la speranza di diventare un giorno, no, oggi stesso, nella partita che l’aspetta, un campione come a...
Per i bambini il mondo nascosto sotto il materasso è più popolato di sogni del proverbiale cassetto. Ma il talento non s’inventa.
Uno o ce l’ha o si deve rassegnare (dovrebbe essere così, ma ci sono casi frequenti in cui non ti permettono di realizzare sogni amati fin dall’infanzia, mentre altri, senza meta fino a un quarto di secolo, ti scippano ipocritamente l’onirica inclinazione, usando canali non correttamente talentuosi, tanto poi viene facile cancellare e ricostruire il passato).
Così Antonio (un naturalissimo Vincenzo De Benedictis, a riprova di quanto Mezzapesa lavori benissimo con i fanciulli) che la sorte ha illuso con l’ironica omonimia, dandogli pure una straordinaria somiglianza col campioncino barese, vive l’ennesima sconfitta della panchina. La vita, però, è bella e inesauribile. Così Antonio non si rassegna al mondo ottuso degli adulti, pronti a bollare uno come incapace, e, dopo naturale scoramento, torna al suo mondo d’infantile baresità, quando un suo coetaneo rossigno gli chiede l’autografo e un compagno corpulento lo insegue per suonargliele, come nei migliori cartoni animati. Alla fine, egli resta, per il suo mondo piccolo, Antonio Cassano.
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