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venerdì 29 ottobre 2010

OVUNQUE TU SIA TANTI AUGURI RINO


Avrebbe compiuto 60 anni se, quella notte di quasi trent’anni fa, non fosse rimasto vittima di un incidente stradale. Non aveva nemmeno 31 anni Rino Gaetano, arrivato dal Sud con un sogno in tasca e con il dono di parlare alla sua gente: ai proletari, "a chi suda il salario", agli "sfruttati malpagati", ai "figli unici", a "chi vive in baracca", a chi "nun c’ha l’acqua corrente", a chi corre "sempre appresso all’ambo" mentre c’è chi si è "fatto il palazzo sul Jumbo". Nella struggente ballata “Mio fratello è figlio unico” , in “Nuntereggae Più”, un colossale sberleffo a ritmo di reggae e poi ancora “Gianna“, “E io ci sto“, “Berta filava“, “Ma il cielo è sempre più blu”, Rino Gaetano ha saputo fare denuncia sociale con l’ironia dei suoi testi, la sua aria scanzonata e la sua intelligenza. E forse oggi avrebbe cantato come ieri, "camuffando la denuncia sociale nei suoi testi", dice la sorella Anna. "Amava la sua terra e anche oggi avrebbe trovato spunti con la sua ironia per cantare questo paese. Era in fondo un cantastorie", spiega il nipote Alessandro, che gira l’Italia con una bad tributo al celebre zio.

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