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giovedì 19 agosto 2010

CARO NAPOLI TI SCRIVO, ECCO LA LETTERA DI ADDIO DEL TANQUE


Tra euforia iniziale e speranze disattese, tutti in una lettera, i pensieri dell' ex bomber azzurro in esclusiva per i lettori di Calcionapoli24.it

"Eccomi a scrivere una lettera che sapevo di dover scrivere, ma non pensavo così presto.Quando seppi di dover venire a Napoli, il mio cuore era pieno di gioia perché avrei giocato nella squadra di Maradona davanti al suo pubblico, avrei vissuto in una città appassionata di calcio con gente dal temperamento molto simile a quello nostro argentino. Ero centravanti della Nazionale del mio paese e reduce da un campionato memorabile nell’Independiente e quindi venivo a Napoli pieno di entusiasmo seppur cosciente che il campionato italiano era molto diverso: avrei dovuto abituarmi a un diverso tipo di gioco, tattica e marcature difensive.Speravo di avere più spazio; pur nella consapevolezza di confrontarmi con giocatori di livello, auspicavo che, avendomi voluto e comprato, e conoscendo le mie caratteristiche fisiche e di gioco, avrebbero dato pari opportunità ed una certa continuità di gioco a tutti. Purtroppo non sono stato molto fortunato in tal senso. Un attaccante deve sentire la fiducia dell’ambiente perché sa che il suo dovere è segnare. Per rendere almeglio, però, deve essere sicuro che intorno a lui c’è la giusta considerazione e non che ogni partita diventa sistematicamente una nuova prova da superare per meritare la conferma. In questi due anni penso che il mio bilancio, sotto il profilo del rendimento in relazione al tempo giocato, possa considerarsi soddisfacente a dispetto di un ruolo di riserva assegnatomi per giocare quando un compagno era infortunato o squalificato. Scendere in campo con il peso di dover fare sempre cose eccezionali per cambiare qualcosa o magari, pur riuscendoci, per non cambiare niente, è stata spesso la condizione emozionale che ho vissuto. Nonostante tutto a Napoli ho avuto un rapporto con la città e con la gente davvero meraviglioso. Il mio modo di vivere il calcio è semplice; so che gioco a calcio per la gente e provo sempre molto rispetto verso i sentimenti di attaccamento dei tifosi ai colori della loro squadra. Anche io sono un tifoso e so che il pubblico vuole che i propri giocatori giochino la partita come fosse l’ultima, dando sempre tutto in campo e non risparmiando fiato, muscoli, sudore e gambe. Non ho segnato quanto avrei voluto e potuto, ma sento che la gente ha capito ugualmente che ho sempre dato tutto per la maglia azzurra così come ho sempre fatto e sempre farò in tutte le squadre in cui giocherò. Il calcio per me è allegria ma anche lavoro, impegno, serietà e professionalità in campo e fuori.


Sono grato ai tifosi del Napoli per il grandissimo affetto che mi hanno sempre dimostrato. In particolare, ora che devo andare via, ricevo continue e spontanee manifestazioni di affetto dovunque vada, anche vicino casa mia. Sono grato allo staff medico che mi ha sempre assistito con attenzione e premura.

Voglio ringraziare anche una persona che ha sempre creduto in me e che ancora crede nelle mie qualità: spero di ripagare presto e nel migliore dei modi la sua fiducia. Il suo nome è Pierpaolo Marino.

Mi mancherà molto l’ambiente azzurro, ma sono pronto per un’altra esperienza con la speranza di avere più fortuna e continuità di gioco e magari far vedere agli italiani cosa sa fare veramente il Tanque … Così potrò riprendere anche il mio posto in Nazionale".



Con affetto a tutti i tifosi del Napoli e ai lettori

German Gustavo Denis

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