
Don Pasquale e il boemo non sono più dei ragazzini, adesso, ma vogliono sul serio riprovarci. Casillo sta per ricomporre al gran completo il team di Zemanlandia: con il ds Pavone e il dirigente accompagnatore Altamura. E' già stato messo a segno anche il primo colpo: il centrocampista sardo Salvatore Burrai. Erano quasi sconosciuti pure i vari Signori, Rambaudi, Kolyvanov e Shalimov, acquistati per un pugno di milioni e venduti dal re del grano con una plusvalenza record di 52 miliardi di lire. Affari d'oro e vittorie con il marchio di Zeman: un 4-3-3 agli antipodi con il pallone all'italiana. E per questo poco simpatico.
Erano le stagioni magiche di "Zemanlandia", il fenomeno che fece impazzire il Salento e spaccò in due il calcio italiano, diviso tra estimatori e denigratori del tecnico rivoluzionario venuto dall'Est. Casillo lo scoprì al Licata e se ne invaghì subito. Vulcanico il presidente, silenzioso ed enigmatico Zeman, soprannominato anche il muto. Ma il feeling tra i due, gemelli diversi, fu subito rafforzato dall'antipatia per le brutte abitudine del calcio. Si sa tutto delle crociate del boemo, che a 63 anni aspettava anche lui un'occasione per ritornare in pista. "Non sono più scarso degli altri. Pago per le mie accuse al sistema e ora non mi fanno più lavorare". Ci ha pensato Don Pasquale, di cui tutti si ricordano a Foggia per una provocazione da oscar. Negli anni di Zemanlandia, con lo stadio Zaccheria da tutto esaurito, le richieste di biglietti gratis erano diventate un vero tormento, per il re del grano. "Chi vuole vedere la partita senza pagare faccia pure, lascio aperto il varco 17...". Non si azzardò nessuno. Aneddoti e successi. Furono 4 stagioni memorabili.
La vita di Casillo e del Boemo ricomincia dallo Zaccheria, in serie C1. Zemanlandia atto secondo.
REPUBBLICA.IT
Nessun commento:
Posta un commento