

Il Deportivo Cucuta non ha una storia particolarmente ricca di eventi né di successi: l’unico dato degno di nota è quello di aver visto nascere la stella di Faustino Asprilla, attaccante talentuoso che giocò nel Parma dal 1992 al 1995, prima di perdersi in giro per l’Europa e non solo. Insomma una favola in vera e propria regola.
Ma non tutte le favole hanno il lieto fine…
E così anche quella del Deportivo Cucuta doveva finire: la sfida era di quelle suggestive e vedeva i colombiani contrapposti agli argentini del Boca Juniors. La partita d’andata prospettava un finale diverso da quello che si è poi consumato in Argentina: il 3 a 1 in Colombia per i padroni di casa è stato ribaltato dal 3 a 0 del ritorno in terra Argentina.
Fin qua una normale favola di una squadra di calcio…
Ma a questo punto inizia la storia…
Il 2003 è l’anno zero per la squadra colombiana.
La squadra rossonera viene acquistata da Ramiro Suarez Corzo, aspirante sindaco della cittadina che, con questa mossa attira a sé le simpatie di tutti i tifosi della squadra e, inevitabilmente i voti di questi ultimi.
Sin qui non ci sarebbe nulla di strano, anzi, è una storia che in Italia potrebbe avere anche dei grossi punti di contatto con una realtà ben precisa, che il destino ha dipinto con gli stessi colori rossoneri. Ma a questo punto iniziano le note dolenti: come sindaco della città decide di far ampliare la capienza del suo stadio, a spese del comune, fino a 45.000 posti ma, soprattutto, approva una delibera che rende il club esente da tasse fino a tutto il 2010.
Nel 2004 la svolta: il sindaco-presidente Corzo viene improvvisamente arrestato. L’accusa è di quelle che non possono passare inosservate: pare che Corzo intrattenesse relazioni con l’A.U.C., le milizie paramilitari impegnate da anni in una sanguinosa guerra civile, oltre che gestori del mercato dei narcotici e accusati di una sfilza di stragi, omicidi e rapimenti in gran parte del paese sudamericano.
Corzo, dopo otto mesi di carcere, è stato comunque scagionato per mancanza di prove: in soli due anni il Deportivo Cucuta è riuscito ad arrivare ai vertici del calcio colombiano prima e sudamericano poi. Nel 2005 ottiene la promozione nel massimo campionato, nel 2006 lo vince da debuttante assoluta: non c’è un altro esempio di una squadra che, da neopromossa e debuttante assoluta nel campionato, vince il titolo (almeno ni maggiori campionati conosciuti in Europa e in Sudamerica). Il 2007 è l’anno della Coppa Libertadores, dove, come riportano le cronache, arriva fino alle semifinale contro il Boca Junior, venendone eliminata dopo una vittoria per 3 a 1 all’andata e la sconfitta per 3 a 0 nel ritorno, giovedì 7 giugno scorso.Le cronache colombiane raccontano, pur non arrivando a dimostrarlo, anche di come il sindaco-presidente abbia scalato i gradini della politica e dello sport, ottenendo aiuti e agevolazioni (in cambio di che?) dal gruppo paramilitare, le cui pressioni nei quartieri sottoposti al loro controllo avrebbero portato a percentuali di voto “bulgare”. Inoltre , pare che alcuni esponenti di questi gruppi siano coinvolti direttamente nella proprietà del club: circa il 30% delle azioni del club sono infatti in mano a proprietari sconosciuti.
Questa è la favola del Deportivo Cucuta.
Non è agevole riuscire a capire quanto ci sia di vero nelle accuse di collusione con i gruppi paramilitari, né che ruolo abbiano avuto questi gruppi nell’ascesa del club ai vertici del calcio sudamericano.
Ma il calcio, ancora una volta, viene utilizzato non nella sua funzione primaria di attività sportiva ma per altri scopi, distanti anni luce dai motivi per i quali questo sport è nato…
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