"Here comes the story of the Hurricane,
For somethin' that he never done...."


All'epoca, a favore della sua causa si mobilitarono in tanti, politici, organizzazioni a favore dei diritti civili come 'Amnesty International', campioni dello sport e star del cinema e della musica.




UOMO SIMBOLO - Per anni il suo nome divenne il simbolo di una cattiva giustizia di stampo razzista: il suo fu infatti un caso di discriminazione legata al colore della pelle .
Nel 1974, mentre era in prigione, Carter terminò di scrivere un libro autobiografico in cui raccontava la sua storia: il libro fu spedito a diverse celebrità, inclusi Muhammad Ali, Aretha Franklin, Harry Belafonte e Bob Dylan, che Carter ebbe anche l’occasione di incontrare e conoscere di persona.Basandosi sulla sua storia, Bob Dylan, compose la celebre canzone intitolata appunto con il suo soprannome, "Hurricane", che divenne un successo internazionale nel 1976. Molti anni più tardi, anche Hollywood si occupò della sua triste vicenda: nel 1999 uscì un film di Norman Jewison, basato sull'autobiografia dell'ex pugile "The 16yh Round", dal titolo anche questa volta "The Hurricane", interpretato da Denzel Washington, che per la sua performance ricevette una nomination agli Oscar. Carter viveva da anni Canada dove si occupava della sua associazione "Innocence International" a favore delle persone in prigione perché 'vittime' di errori giudiziari. Della sua vicenda Carter era solito dire che "avevano incarcerato il mio corpo, ma non sono mai riusciti a farlo con la mia mente".
FONTE corriere dello sport.

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