Ritorna in edicola «I Siciliani» la rivista fondata da Pippo Fava, ucciso dalle cosche
IL CARTACEO COME BANDIERA - I «Siciliani giovani» è un mensile di denunce e di inchieste sul solco della tradizione de «I Siciliani» che vuole raccontare un Paese giovane, fatto da giovani, vissuto in prima persona, fuori dai palazzi. Un pezzo di storia dell’editoria italiana d’inchiesta che prosegue «in rete» con altre 18 testate di base, da Milano a Modica, da Napoli a Bologna, a Trapani a Palermo per raccontare un’Italia che vuole rinascere nel segno della legalità. E, in un momento nel quale i giornali fanno la corsa alla trasformazione in web, la redazione de «I Siciliani» fa una scelta contro corrente presentandosi in edicola in versione cartacea. «La rivista - spiega Riccardo Orioles - è la nostra bandiera, il luogo delle testimonianze e il nostro strumento per entrare nei quartieri più poveri di Catania, o di Modica, dove la Rete ancora non è arrivata». E poi, continua Orioles «ci piace pensare che il direttore ci guardi e, finalmente possa rivedere la sua creatura in "carne ed ossa" in libreria e in edicola». La redazione de «I giovani Siciliani», infatti non lascia il web, anzi rilancia 24 ebook
GIORNALISTI COME ARTIGIANI - Come 30 anni fa anche oggi la redazione della rivista è fatta da ragazzi che di media hanno 25 anni e che come allora imparano il mestiere di giornalista inteso come il lavoro di un artigiano, fatto, come sostiene Riccardo Orioles di senso della dignità e rispetto del lettore». Come scriveva il direttore Pippo Fava in uno dei suoi editoriali sintetizzando lo spirito del giornale che sta per ritornare in edicola: «Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo»
gli altri appuntamenti della presentazione:
Venerdì 26 ottobre
ore 12,00 aula Giancarlo Siani, Scuola di Giornalismo - Università Suor Orsola Benincasa, corso Vittorio Emanuele
ore 16,00 Ordine dei giornalisti della Campania, via Cappella Vecchia 8
Venerdì 26 ottobre
ore 12,00 aula Giancarlo Siani, Scuola di Giornalismo - Università Suor Orsola Benincasa, corso Vittorio Emanuele
ore 16,00 Ordine dei giornalisti della Campania, via Cappella Vecchia 8
Il sito della rivista www.isiciliani.it
L’Ex Asilo Filangieri si trova in vico Giuseppe Maffei 4 (via San Gregorio Armeno) Napoli
Giuseppe Fava
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
« A che serve vivere, se non c'è il coraggio di lottare? » | |
(Giuseppe Fava) |
Giuseppe Fava detto Pippo (Palazzolo Acreide, 15 settembre 1925 – Catania, 5 gennaio 1984) è stato uno scrittore, giornalista, drammaturgo,saggista e sceneggiatore italiano, vittima di Cosa Nostra.
Fu un personaggio carismatico, apprezzato dai propri collaboratori per la professionalità e il modo di vivere semplice. È stato direttore responsabile delGiornale del Sud e fondatore de I Siciliani, secondo giornale antimafia in Sicilia. Il film Palermo or Wolfsburg, di cui ha curato la sceneggiatura, ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino nel 1980. È stato ucciso nel gennaio 1984 e per quel delitto sono stati condannati alcuni membri del clan mafioso deiSantapaola. È stato il secondo intellettuale ad essere ucciso da Cosa nostra dopo Giuseppe Impastato (9 maggio 1978). È il padre del giornalista e politico Claudio Fava.
« Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell'ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo. » | ||
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« Non era Fava a firmare le inchieste di mafia che comparivano sui Siciliani. Quelle inchieste le firmavamo io, Gambino, o altri colleghi, nessuno dei quali è stato ammazzato. Noi riuscivamo a illuminare un pezzo, a mostrare una porzione di verità che veniva subito riassorbita. Fava era di più. Lui sapeva descrivere come nessun altro al mondo, puntava la luce sulla normalità. Uno così non si poteva lasciare vivere. E la normalità è quella di cui oggi non ci si occupa. » | |
(Riccardo Orioles, 7 gennaio 2011[11]) |
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