Charlie Sifford, è stato il primo golfista afroamericano a far parte del circuito professionistico, morto all'età di 92 anni a Cleveland, in Ohio, un mese dopo aver subito un ictus. A lui si deve la fine della segregazione razziale nel golf professionistico. Nato nel 1922 a Charlotte, in North Carolina, cominciò a lavorare come caddy a 13 anni. Poi, iniziò a partecipare ai tornei per i giocatori di colore, che erano esclusi dalla Pga of America, l'associazione dei giocatori professionisti. Sfidò il divieto per la prima volta nel 1952, quando partecipò ai Phoenix Open grazie all'invito ottenuto dall'ex campione mondiale dei pesi massimi di pugilato, Joe Louis, nonostante le minacce e gli insulti a sfondo razziale.
Nel 1957 Sifford vinse il long beach open, che non era un evento ufficiale del Pga tour, il circuito professionistico, che però era tra gli sponsor; al torneo, parteciparono anche diversi giocatori bianchi molto conosciuti. Nel 1961, la Pga decise infine di eliminare la clausola che prevedeva l'iscrizione solo di golfisti bianchi e sifford divenne il primo membro di colore dell'associazione, riuscendo poi a vincere due tornei, nel 1967 e 1969. Non ha invece mai partecipato al Masters, a cui il primo giocatore nero fu invitato nel 1975.
Nel 2004 è diventato il primo afroamericano a entrare nella hall of fame di golf; lo scorso anno, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, lo ha premiato con la medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza civile insieme alla medaglia d'oro del Congresso, conferita a persone che hanno dato "un contributo meritorio speciale per la sicurezza o gli interessi nazionali degli stati uniti, per la pace nel mondo, per la cultura o per altra significativa iniziativa pubblica o privata"
REPUBBLICA.IT
Sifford insieme al campione Tiger Woods: "Non è un'esagerazione dire che senza charlie e gli altri pionieri che hanno combattuto per giocare - ha detto mesi fa Woods - forse non sarei diventato un giocatore di golf"
(ap)
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