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mercoledì 6 giugno 2012

I DELFINI da PIRATI aCOSTELLAZIONE,

 DELFINI da PIRATI a COSTELLAZIONE, LE LEGGENDE DI DIONISIO e ARIONE di Metimna

 

I delfini di Dioniso
  Dioniso apparve un giorno in riva al mare proprio mentre stava passando una nave di pirati etruschi. I pirati, vedendo quel bel giovane riccamente vestito, immaginarono si trattasse del figlio di un re e decisero di rapirlo per ottenere un ricco riscatto. Balzarono a riva e lo trascinarono sulla nave ma i lacci con cui tentavano di legarlo perché non sfuggisse si scioglievano continuamente mentre il giovinetto, tranquillo, sorrideva con aria misteriosa.

Solo il timoniere intuì che il prigioniero era di stirpe divina e suggerì di liberarlo immediatamente. Ma il capitano della nave non gli diede retta e anzi, lo redarguì sprezzante:

 

“bada al vento, miserabile, e tendi

con me la vela della nave:

a costui baderanno gli uomini.

Io prevedo che tacerà fino a Cipro o in Egitto,

o forse tra gli Iperborei, o più lontano ancora,

ma alla fine ci dirà chi sono i suoi amici

e le ricchezze e i parenti”

 

 i pirati alzarono le vele e la nave prese a navigare veloce sulle onde. Ad un tratto sulla nave gorgogliò un vino dall’aroma divino ed iniziarono a verificarsi sconcertanti prodigi:

“…sull’alto bordo della vela

s’inghirlandarono tralci di vite

che s’adagiavano a dritta e a manca

con ricchi grappoli; e intorno all’albero

una nera fiorita edera s’avviluppava

dai frutti piacevoli; e gli scalmi ne erano avvinti.”

 

Terrorizzati i marinai decisero di puntare verso terra per liberare il misterioso dio. Dioniso a quel punto si trasformò in leone e sbranò il capitano della nave mentre i pirati, in preda al panico, si gettavano in mare tramutandosi all’istante in delfini. Da allora, pentiti delle loro malefatte, riscattano le loro colpe cercando di salvare i naviganti in pericolo.

Solo il timoniere, che era rimasto sulla nave e continuava a governarla, fu risparmiato da Dioniso.

                                       Dioniso trasforma i pirati in delfini

Dioniso trasforma i pirati in delfini. Vaso del VI-V secolo a. C. (Toledo, Museo dell'Arte).

 

Arione di Metimna

Arione cavalca un delfino, Albrecht Dürer, 1514 ca.

Arione era il prediletto di Periandro, tiranno di Corinto. Egli convinse il re a lasciarlo andare di città in città per mostrare a tutti la sua arte. Erodoto narra che Arione arrivò fino in Sicilia, dove si arricchì grazie alla sua arte.Nel suo viaggio di ritorno da Taranto, i marinai avevano complottato di uccidere e derubare Arione delle ricchezze che portava con sé. Mentre si trovava in alto mare, ad Arione fu data la possibilità di scegliere fra un suicidio con una degna sepoltura a terra o di essere gettato in mare. Egli allora chiese di poter cantare per l'ultima volta, prima di suicidarsi (nella versione di Igino, Arione sognò la notte il dio Apollo che gli disse di cantare con la sua ghirlanda e le sue vesti di scena e di confidarsi a quelli che sarebbero venuti in suo aiuto).

Suonando la sua cetra, Arione cantò quindi una lode ad Apollo e la sua canzone attirò vari delfini attorno alla nave. Appena finito di cantare, Arione si gettò in mare dove uno dei delfini lo caricò sul dorso e lo portò in salvo presso il santuario di Poseidone a Capo Tenaro. Giunto a terra, desideroso di ripartire subito, Arione dimenticò di spingere in mare il delfino, che morì in quel luogo. Egli si diresse verso Corinto dove narrò le sue vicende a Periandro e questi ordinò che il delfino fosse sepolto e gli fosse innalzato un monumento funebre.

Poco tempo dopo giunse a Corinto la nave sulla quale Arione era stato trasportato. Periandro comandò che i marinai della nave fossero portati al suo cospetto e chiese loro informazioni riguardo ad Arione; essi dissero che era morto ed era stato da loro sepolto (nella versione di Erodoto i marinari affermano invece che Arione si trovava vivo e vegeto in Italia. A costoro il re rispose: «Domani giurerete davanti al monumento del delfino!» e ordinò che fossero tenuti in prigione. 

Poi chiese ad Arione di nascondersi il giorno seguente dentro il sepolcro del delfino, abbigliato nello stesso modo con cui si era gettato in mare. Quando il re li fece condurre lì e li fece giurare che Arione era morto, Arione uscì dal sepolcro, ed essi, non sapendo grazie a quale Dio si fosse salvato, ammutolirono. Il re decretò che fossero crocifissi presso la tomba del delfino.

Apollo poi, a causa della bravura nella citarodia, trasportò fra le stelle sia Arione che il delfino, dove divennero due costellazioni:la costellazione della Lira, la quale d'altro canto viene ricondotta anche ad Orfeo, e la costellazione del Delfino.

FONTI wikipedia e ondaromagna.

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