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martedì 7 dicembre 2010

Garage al posto dell'agrumeto: il sindaco è socio del costruttore


SORRENTO ALBERI GIÙ PER FAR POSTO A 250 BOX. LA DENUNCIA DI WWF E IDV

Il primo cittadino Cuomo: «Non sono azionista dell'Edilgreen ma di un'altra società». Stamane intervento dei carabinieri sul cantiere

NAPOLI - La vicenda del parcheggio interrato in vico III Rota, in prossimità di viale Nizza, porta una nuova sorpresa: c’è un legame societario tra il sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo, e Giuseppe Langellotto, l’imprenditore che, in sella alla Edilgreen srl, ha presentato il progetto per costruire 252 box al di sotto di un terreno ricoperto, fino all’inizio dei lavori, da almeno 60 alberi. Cuomo, che guida una maggioranza di centrodestra, detiene infatti 5000 euro di capitale della Nizza srl, sede legale a Piano di Sorrento, amministrata da Giuseppe Langellotto. Oggetto sociale, come nella Edilgreen, «l’attività di costruzione, ristrutturazione, gestione e manutenzione di parcheggi interrati, a raso e in sopraelevazione». In sostanza, il sindaco è socio della persona che ha interesse a realizzare un’opera sulla quale lo stesso primo cittadino dovrebbe effettuare controlli. Nulla di strano, però, secondo Cuomo: «Vero, sono socio di Langellotto, ma non nella società che sta realizzando l’opera in vico III Rota. Dovevamo fare attività insieme, ma la Nizza srl non ha operato. Ci si occupava di edilizia in generale. Di parcheggi? Certo, anche di quelli». Pausa, poi aggiunge: «Peraltro io faccio parte di varie società, non solo quella. Capisco che l’essere socio di Langellotto possa crearmi problemi di immagine, ma se è corretto che si faccia il parcheggio, non capisco perché bisognerebbe bloccarlo. Se è illegittimo, lo fermeremo».

Il terreno prima e dopo le ruspe
  • Ruspe in azione
  • Ecco come si presentava lo spazio verde prima dei lavori per i box

L’assessore all’Edilizia urbana, il geometra Federico Gargiulo, cade dalle nuvole: «Non mi risulta che sussistano rapporti societari tra qualche amministratore e gli imprenditori che stanno realizzando il parcheggio». Nel merito dell’opera, dice: «I lavori sono stati autorizzati dal commissario ad acta della Provincia. Il Comune lunedì chiederà ad un legale di verificare se tutto si sia svolto correttamente. Non possiamo correre il rischio di bloccare un intervento presumibilmente legittimo». Ieri le ruspe, che in pochi giorni hanno già tagliato decine di alberi – agrumi, ulivi, noci, ciliegi – hanno dunque continuato a lavorare.

E’ una vicenda complessa, che parte da lontano, quella del progetto dei box auto. Proprietario del suolo, il giardino dove sono statti tagliati gli alberi, è Adriano Bellacosa, che lo ha acquistato a novembre 2001 da Tullio Despucches. Bellacosa, circa 4 anni fa, conferì procura speciale alla Edilgreeen srl, affinché realizzasse il parcheggio e chiedesse i permessi. L’opera fu fermata dalla Soprintendenza. Quest’ultima bocciò il decreto del Comune di Sorrento, che aveva rimosso il vincolo paesaggistico. I privati presentarono ricorso al Tar e la magistratura amministrativa rilevò vizi di motivazione nel decreto dell’ente deputato alla tutela dei beni paesaggistici, annullandolo. Gli atti passarono quindi all’esame della commissione edilizia comunale, che disse no all’intervento, perché in violazione del Piano urbanistico territoriale. Motivazioni identiche a quelle per cui la Regione, due anni fa, aveva contestato al vicino Comune di Piano di Sorrento l’ illegittimità di una delibera adottata nel 2009, che consentiva la realizzazione di parcheggi pertinenziali interrati sull’intero territorio di Piano, comprese le zone 2 e 6, finanche nei centri storici. Edilgreen ha tuttavia chiesto ed ottenuto alla Provincia la nomina di un commissario ad acta, il quale ha dato semaforo verde ai box. Il permesso a costruire è stato concesso il 24 novembre alla Edilgreen srl di Langellotto da parte di Dario Perasole, il commissario ad acta nominato dalla Provincia.

La scorsa settimana, dunque, sono iniziati i lavori. La società che esegue l’intervento si chiama Sias srl. Progettista è l’ingegnere Graziano Maresca, che fino a qualche tempo fa è stato a capo dell’ufficio tecnico del Comune di Piano di Sorrento. Si prevede che siano estratti e portati via oltre 35.000 metri cubi di terreno. Sul caso, però, come dimostra l’intervento di questa mattina dei carabinieri, si accendono ora i riflettori della Procura di Torre Annunziata, in virtù degli esposti del Wwf e di Italia dei Valori. «Quel parcheggio non avrebbe dovuto e potuto mai essere autorizzato», dice Claudio D’Esposito, responsabile locale dell’associazione del panda. Spiega le sue ragioni: «Il progetto è in contrasto palese con il piano urbanistico territoriale della penisola sorrentina e col piano urbanistico comunale che sta per essere adottato e a cui si fa esplicito riferimento. Infatti, proprio il Puc impone il limite massimo, per opere private, di due piani interrati, di 30 box a piano e di un’estensione non superiore ai 900 metri quadrati. In vico Rota siamo ben oltre tali limiti».

Insomma, ragiona il Wwf, chi ha dato via libera alla Edilgreen ha avallato un abuso. «L’impressione che se ne ricava è che ci sia la consapevolezza che l’abuso, una volta realizzato,è fatto. La necessità primaria, per chi assedia l’ambiente, è di riuscire a sversare quanto più cemento e calcestruzzo possibile. Il dramma è che, se anche la Procura bloccasse domani i lavori, lo scempio del giardino è stato già portato alle estreme conseguenze. Dove sorgeva un fondo agricolo, testimonianza della storia e della cultura della costiera sorrentina, nella migliore delle ipotesi sorgerà un giardino pensile, che potrebbe stare ovunque, da New York a Milano a Bari». Analoghe le considerazioni da parte di Giovanni Antonetti, responsabile cittadino di Idv, il quale ha lanciato un appello per scongiurare “lo scempio” di Vico III Rota. Scrive: «La politica di realizzazione di un posto auto per ogni abitante è, per la nostra terra, semplicemente devastante. La struttura che vorrebbe realizzare Edilgreen non è necessaria, sia perché ci sono altri parcheggi interrati nelle vicinanze, tra i quali addirittura quello pubblico Correale, sia perché la domanda di parcheggi pertinenziali in zona è quasi nulla, in ragione dei prezzi altissimi. Come alto sarà il prezzo che pagheranno i nostri figli, ai quali lasceremo una città di cemento e parcheggi».

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