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domenica 27 giugno 2010

IL PUGNO DI JOSE':Questa sarà la nostra vita. (il caso Pomigliano)


Rubando le parole con una leggera modifica alla famosa canzone di Ligabue, è giunto destinazione il referendum degli operai Fiat di Pomigliano.
L’offerta o la Panda o il posto.
Il risultato del referendum del 22 giugno che il Lingotto si attendeva, un plebiscito, non c’è stato. Hanno prevalso i si con oltre il 60%, ma il 38% degli operai che ha votato no ha colpito al cuore la Fiat.
Tutti da Sacconi a Epifani provano a cercare soluzioni, ma l’Ad è stato categorico ci saranno altri orizzonti, si ma quali 5 mila operai attendono di conoscere il loro futuro.
Il prezzo da pagare per i figli della Campania ferie, malattie tutto barattato dalla Cisl e dalla Uil per mantenere in vita lo stabilimento campano, ma la Cgil non ha firmato il contratto.
Pur di ottenere quello che voleva, Marchionne minacciava la delocalizzazione in Polonia, con assicurazioni che gli stabilimenti dell’est sono più professionali di quelli italiani e del meridione.
Tanti uomini sono morti e tanti ne morranno sul lavoro per conquistare qualche piccolo vantaggio, ma ormai il sindacato ha perso la sua forza di fronte al mercato globale.
Questo referendum sembra la ripetizione di quello che interessò la scala mobile. Forse anche in questo caso la Cgil perderà la faccia, sarà sodomizzata a sangue dai ricatti del padrone che persegue solo il fine ultimo del profitto, quando per 50 anni con gli aiuti di Stato è andata avanti sulle spalle del popolo italiano.
Termini Imerese, Melfi e Pomigliano, in futuro anche Cassino, l’Alfa ad Arese, ma un esame di coscienza caro Marchionne quando inizierete a farlo per ripagare il popolo e lo Stato di tutti gli aiuti che avete ricevuto.
La Fiat per proprie incapacità è divenuta un bambino viziato che appena strilla ha l’immediata attenzione di tutti senza capire che questo bimbo ormai è centenario e deve pur camminare da solo, sarebbe quasi il momento.
JOSE' ASTARITA

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