Gaetjens, dal gol alla fucilazione con gli Usa eliminò l' Inghilterra
RUSTENBURG Più che un cross, è un tiro sbagliato. Arriva da destra, teso e a mezz' aria. Joe Gaetjens è al centro, nel mucchio. Decide di tuffarsi in avanti. In qualche modo intercetta il missile con la testa. Il coraggio, la fortuna: il portiere è spiazzato, il pallone finisce in rete lento lento. Joe Gaetjens atterra a faccia in giù nell' erba mentre la palla entra: non vedrà mai il suo gol, il più clamoroso nella storia dei Mondiali, nella partita del "Miracolo sul prato". E' il 29 giugno del 1950. A Belo Horizonte gli Stati Uniti battono 1-0 l' Inghilterra di Alf Ramsey e Stan Mortensen, arrivata in Brasile da favorita. Ci sarebbe anche Sir Stanley Matthews, che però riposa: mica può sporcarsi i mutandoni contro una squadra di dilettanti piovuti da chissà dove, già battuti all' esordio dalla Spagna. I bookmakers sono d' accordo: la vittoria americana è quotata 5001. Nessuno ha pensato a Joe Gaetjens. Haitiano, di padre tedesco, studia a New York alla Columbia University, e intanto lava i piatti in un ristorante di Brooklyn. Un giorno prima della partenza per il Brasile, in un' amichevole a New York gli Usa notano tra gli avversari tre giocatori non male, uno è Gaetjens. Lo ingaggiano al volo. Haitiano? Nessun problema: basta certificare che il ragazzo promette di diventare cittadino americano, e si va. Alla vigilia di Usa-Inghilterra i dilettanti americani visitano dodici bar di Belo Horizonte. Il giorno dopo si presentano allo stadio leggerie incoscienti, ancora mezzi ubriachi, fumando sigari. Arbitra l' italiano Generoso Dattilo. Ma in campo accade il miracolo. Dopo il gol di Gaetjens è difesa a oltranza: il portiere Frank Borghi, autista di carri funebri a St. Louis, para tutto. Finisce 1-0. Gli inglesi, sotto choc, perdono pure la terza partita e tornano a casa. Gaetjens diventa un eroe, ma non reclamerà mai la cittadinanza americana. A 40 anni, l' 8 luglio ' 64, gli squadroni della morte di Papa Doc Duvalier lo prelevano nella sua casa di Port au Prince: non si è mai interessato di politica, ma la sua famiglia ha combattuto Duvalier e ora si è data alla macchia. Lui è rimasto, sicuro di non essere un obiettivo. Lo portano nella prigione di Fort Dimanchee lo fucilano. Il corpo non sarà mai più ritrovato. In sua memoria gli Usa affrontano di nuovo l' Inghilterra ai Mondiali, 60 anni dopo il Miracolo sul prato
REPUBBLICA.IT
RUSTENBURG Più che un cross, è un tiro sbagliato. Arriva da destra, teso e a mezz' aria. Joe Gaetjens è al centro, nel mucchio. Decide di tuffarsi in avanti. In qualche modo intercetta il missile con la testa. Il coraggio, la fortuna: il portiere è spiazzato, il pallone finisce in rete lento lento. Joe Gaetjens atterra a faccia in giù nell' erba mentre la palla entra: non vedrà mai il suo gol, il più clamoroso nella storia dei Mondiali, nella partita del "Miracolo sul prato". E' il 29 giugno del 1950. A Belo Horizonte gli Stati Uniti battono 1-0 l' Inghilterra di Alf Ramsey e Stan Mortensen, arrivata in Brasile da favorita. Ci sarebbe anche Sir Stanley Matthews, che però riposa: mica può sporcarsi i mutandoni contro una squadra di dilettanti piovuti da chissà dove, già battuti all' esordio dalla Spagna. I bookmakers sono d' accordo: la vittoria americana è quotata 5001. Nessuno ha pensato a Joe Gaetjens. Haitiano, di padre tedesco, studia a New York alla Columbia University, e intanto lava i piatti in un ristorante di Brooklyn. Un giorno prima della partenza per il Brasile, in un' amichevole a New York gli Usa notano tra gli avversari tre giocatori non male, uno è Gaetjens. Lo ingaggiano al volo. Haitiano? Nessun problema: basta certificare che il ragazzo promette di diventare cittadino americano, e si va. Alla vigilia di Usa-Inghilterra i dilettanti americani visitano dodici bar di Belo Horizonte. Il giorno dopo si presentano allo stadio leggerie incoscienti, ancora mezzi ubriachi, fumando sigari. Arbitra l' italiano Generoso Dattilo. Ma in campo accade il miracolo. Dopo il gol di Gaetjens è difesa a oltranza: il portiere Frank Borghi, autista di carri funebri a St. Louis, para tutto. Finisce 1-0. Gli inglesi, sotto choc, perdono pure la terza partita e tornano a casa. Gaetjens diventa un eroe, ma non reclamerà mai la cittadinanza americana. A 40 anni, l' 8 luglio ' 64, gli squadroni della morte di Papa Doc Duvalier lo prelevano nella sua casa di Port au Prince: non si è mai interessato di politica, ma la sua famiglia ha combattuto Duvalier e ora si è data alla macchia. Lui è rimasto, sicuro di non essere un obiettivo. Lo portano nella prigione di Fort Dimanchee lo fucilano. Il corpo non sarà mai più ritrovato. In sua memoria gli Usa affrontano di nuovo l' Inghilterra ai Mondiali, 60 anni dopo il Miracolo sul prato
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