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sabato 5 giugno 2010

"ATTACCANTE NATO", IL LIBRO DI STEFANO BORGONOVO




"Rosicchiava, il mostro -- racconta Borgonovo nelle prime pagine -- . Senza farsi notare troppo. Ero la sua crosta di formaggio e lui puntava al buono...". Parole che arrivano dritte al cuore e che colpiscono non soltanto per la crudezza, ma anche per l'ironia che Borgonovo non ha perso. Nonostante tutto, nonostante la malattia che ha cominciato a palesarsi subdola con la perdita delle sillabe e poi delle parole, che lo ha rincorso mentre lui cercava nascondigli nell'anima, che lo ha trovato, ma non lo ha sconfitto. Perché Stefano Borgonovo, che oggi comunica con il computer e continua a inviare le mail alla Domenica Sportiva, è un attaccante nato. Lui che ballava con Roberto Baggio e che poi era diventato orgoglioso allenatore dei giovani, racconta la sua storia intrecciando pallone e riflessioni, senza autocommiserazione e con un grido: "Non sono un drogato".

Terminata la fase del "silenzio stampa" in cui la prima, naturale, reazione è stata non farsi vedere malato, Borgonovo ha deciso di accettare la Stronza perché è l'unico modo per combatterla. E alla partita benefica tra Fiorentina e Milan, che nell'autunno del 2008 ha sancito la nascita della sua Fondazione, si è ritrovato attorno tanti amici.
Un racconto lieve e profondo che non nasconde nulla, nemmeno il momento della scelta tra la vita e la morte. Una lezione per tutti. "Ho imparato ad apprezzare ciò che mi è rimasto. Gli amici, le sensazioni positive, qualche raro movimento. Prendo il buono della vita e mi sento comunque fortunato, so che addirittura c'è chi ha meno di me. Quindi rido".

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