Il 4 gennaio in edicola l’imperdibile numero che festeggia i cento anni di Guerin Sportivo. Un numero fatto dai lettori e dedicato ai lettori. |
IL GUERIN SPORTIVO DAL 4 GENNAIO 1912 HA NARRATO UN SECOLO DI SPORT ACCOMPAGNANDOCI SETTIMANA DOPO SETTIMANA FINO AI GIORNI NOSTRI...ED è PER QUESTO CHE OGGI MERITA I NOSTRI PIU' CALOROSI AUGURI...100 Anni, Buon compleanno Guerin Sportivo!
(ZzZ)
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Nato nel 1912 a Torino, è la più antica rivista di sport. Ha ideato
la moviola a disegni, le pagelle e il film del campionato
A partorirlo, il 4 gennaio del 1912, erano stati in sei: Giulio Corradino Corradini, Ermete Della Guardia, Mario Nicola, Nino Salvaneschi, Alfredo Cocchi e Giuseppe Ambrosini. Il nome lo scelsero pensando all’opera del trovatore toscano Andrea Barberino, il Guerrin Meschino, il logo venne di conseguenza: un guerriero medioevale in armatura e canotta ginnica che impugna una penna come una lancia. Il colore delle prime pagine era di un verde stinto – e “verdolino” divenne il soprannome del foglio, come “rosea” era quello della Gazzetta.
Fra anni 20 e 30 le vignette di “Carlin”, al secolo Bergoglio, ne definirono la personalità corsara, polemica, fortemente umoristica. Nel 1945, dopo il secondo stop dovuto alla guerra, arrivò il trasferimento a Milano, nel 1974 quello definitivo a Bologna, dove il Guerin Sportivo fu trasformato in rotocalco dall’editore Luciano Conti, poi sostituito dalla proprietà romana del gruppo Amodei.
Nato settimanale, il Guerino si è trasformato prima in quindicinale poi in mensile, aggiungendo alla carta stampata un blog internet, nel tentativo di arginare la micidiale concorrenza dei nuovi media e la tracimazione del calendario calcistico. Un pezzo della sua vecchia anima, quello legato all’interventismo sull’attualità, è evaporato, ma insieme ai dolorosi tagli alla redazione – a mandarlo avanti è rimasto in pratica il solo direttore Matteo Marani - è questo il dazio che il Guerino ha dovuto pagare a una non facile sopravvivenza.
Negli Anni 60 Brera lo aveva utilizzato per raccontare la Milano di Rivera e Mazzola, la Juve degli Agnelli, il Cagliari di “Giggirriva”, Italo Cucci lo rilanciò aprendone le pagine al calcio straniero, un terreno allora decisamente poco esplorato in Italia. In seguito sono arrivati l’Heysel e la prima Calciopoli, il debutto di Diego Maradona come giornalista, la mutazione della testata. Il vecchio “verdolino” che domani doppia il secolo di esistenza adesso si chiama “GS”: forse perché per tenerlo in vita, in questo nuovo Millennio tutto multimediale, serve davvero una Grande Scommessa.
FONTE: LA STAMPA.IT
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