lunedì 5 marzo 2012

Decoder senza frontiere "Illegittimi i limiti territoriali"

La Corte di giustizia dell'Unione europea ha respinto il ricorso della Premier League inglese contro i pub che utilizzano schede greche per la trasmissione delle partite

Tutto è nato dal ricorso di un pub. Premier già sconvolta. Sky: "Colpiti i club" Si potranno vedere le partite con la smart card di un altro Paese e anche su siti web esteri
 
Ha vinto Karen. La Corte di giustizia dell´Unione Europea le ha dato ragione: salta il sistema dei diritti tv nel calcio. Le partite – sostiene infatti la sentenza – non sono “opere di ingegno” e quindi devono circolare liberamente all´interno delle Comunità, senza che i Paesi possano limitare le licenze. Un problema serio per l´Uefa (che vende i diritti in esclusiva) ma anche per i campionati nazionali. Una decisione rivoluzionaria, che apre le porte a nuovi scenari sul satellitare a pagamento. In Inghilterra come in tutta Europa.
Karen Murphy è la proprietaria del pub “The Red White and Blue” di Portsmouth: sei anni fa era stata multata di 8.000 sterline, perché aveva utilizzato un decoder greco per trasmettere le partite della Premier League evitando così di pagare le cifre esorbitanti per l´abbonamento a BSkyB, titolare dei diritti sul campionato inglese. Ma Karen non si è mai arresa: e adesso la Corte di giustizia dell´Ue a Lussemburgo le ha dato ragione. Per i suoi clienti commerciali, BSkyB calcola infatti l´ammontare dell´abbonamento mensile in base alla metratura del locale: il “Red White and Blue”, pur piccolo, avrebbe dovuto sborsare 700 sterline al mese, contro le 800 all´anno che la Murphy aveva invece pagato per il decoder con scheda greca. La sentenza europea ha stabilito che il sistema di vendita dei diritti sportivi è contrario quindi al principio della libera concorrenza nell´Ue.


«Sono felice, mi ubriacherò con un bel bicchiere di vino…», ha detto la proprietaria del pub. Ora la sentenza tornerà all´Alta Corte di Londra, da dove era partita. Ma si espanderà a macchia d´olio, in futuro, in tutta la Comunità europea. Per la Premier League, che vende il 40% dei suoi diritti tv all´estero, è un grosso problema. ».
La vera rivoluzione, in futuro, potrebbe arrivare soprattutto sul Web. «Diventano leciti i link a siti esteri europei che hanno legittimamente acquisito il diritto a trasmettere l´evento», spiega l´avvocato Fulvio Sarzana. «Nessuno potrà più impedire agli utenti italiani di vedere via internet, gratis, le partite trasmesse da emittenti di altri Paesi europei», un altro legale, Andrea Monti. Attività ora illegale. Crescerà quindi l´offerta, si romperà il monopolio nazionale delle licenze. Dovranno calare (ma quando?) i prezzi degli abbonamenti satellitari e delle licenze. Il grande pubblico potrà accedere alle partite tv gratis, quando i siti saranno legali. Una rivoluzione non vicinissima. Ma che cambierà lo scenario, e – di conseguenza – gli introiti dei club. Gli altri diritti tv (satellitare e digitale terrestre “domestici”) intanto sono già stati venduti dalla lega di serie A: in cassa garantiti 2,5 miliardi di euro, dal 2012 al 2015. Ma i presidenti speravano di toccare quota 3 miliardi: perché il nostro calcio vive di tv (il 60% delle entrate), più delle altre Nazioni.

FONTE KATAWEB, E REPUBBLICA .IT

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